«Una dieta sostenibile è una dieta a basso impatto ambientale, che contribuisce alla sicurezza alimentare e nutrizionale e alla salute delle generazioni presenti e future». A dichiararlo è Annamaria Acquaviva, dietista e nutrizionista, che ci spiega l’importanza di un’alimentazione sana e attenta alla sostenibilità. Con lei abbiamo parlato della scelta dei cibi e del loro rapporto con le stagioni, riflessioni utili affinché le abitudini alimentari di ciascuno non abbiano un impatto forte sull’ambiente, provocando inquinamento, danni al paesaggio ed emissioni di gas.
23 milioni di italiani sono aumentati di peso con la pandemia. Mangiare troppo e male non solo non è salutare ma è anche sintomo di spreco. Come optare dunque per una dieta sostenibile?
«Direi che la dieta mediterranea è la scelta più efficace da adottare anche per la salvaguardia dell’ambiente. Tra gli alimenti che tutelano salute ed ecosistema, quindi, da consumare spesso ci sono frutta, verdura, cereali, legumi e olio extra vergine di oliva. Sarebbe bene, invece, cercare di evitare dolci e carne bovina, limitare il più possibile gli zuccheri che favoriscono condizioni di sovrappeso e obesità, fattore di rischio per le patologie più diffuse nei paesi occidentali».
Per tutelare l’ambiente dobbiamo anche imparare a rispettare la stagionalità dei prodotti, un costume che si sta sempre più smarrendo. Come recuperare?
«Seguendo dei piccoli accorgimenti quotidiani. Basterà scrivere una lista della spesa e pianificare i pasti, tenendo a mente la stagionalità; basterà pensare che il tempo di attesa del trasporto da paesi lontani - quando i vegetali non sono ancora maturi – non favorisce di certo la sostenibilità e fa perdere parte delle caratteristiche benefiche a frutta e verdura».
Da dietista nutrizionista e divulgatrice, quali consigli per non sprecare cibo?
«Direi di non farsi trarre in tentazione dalle maxi confezioni, di dosare l’acquisto dei freschi, di solito i più sprecati, leggere bene le etichette, mangiare il giorno dopo il cibo avanzato, usare al ristorante la doggybag, ovvero la scatola con i nostri avanzi».
Lei ha ideato un suo personale metodo che si poggia su 5 pilastri della salute. Come si sposa con uno stile di vita sostenibile?
«Nel mio ultimo libro, ‘Health Revolution. I 5 pilastri della salute’, descrivo il benessere in un concetto olistico basato su evidenze scientifiche fondate su 5 pilastri fondamentali: nutrizione personalizzata, armonia interiore e il benessere cognitivo, attività fisica e il movimento, il riposo appagante, integrazione nutrizionale e cosmetica. È solo coltivando ciascuno di questi aspetti ogni giorno che si crea un nuovo approccio alla vita. Non si tratta di un metodo ‘alla moda’, ma dell’applicazione della ricerca scientifica alla persona e al suo quotidiano».