Ospiti al 71° Festival di Sanremo, Le Deva si esibiranno oggi, nella serata dedicata alla “Canzone d’autore”, in duetto con Orietta Berti. Sul palco proporranno l’intramontabile “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo. Il sodalizio transgenerazionale nasce dall’amicizia tra Pasquale Mammaro, manager della cantante emiliana, e Marco Rettani, da sempre guida delle Deva: 4 donne, 4 storie e 4 personalità molto diverse tra loro. Le Deva sono un gruppo pop interamente al femminile formato dalla longianese Greta Manuzi insieme a Laura Bono, Roberta Pompa e Verdiana Zangaro.
Greta, che cosa si prova a ridosso della performance sanremese?
«Siamo cariche, in costante agitazione, ma è un’agitazione sana e positiva. Fa parte del mestiere, il giorno in cui non la sentiremo più significa che dovremo smettere di fare questo lavoro».
Il brano scelto pur essendo un grande classico vi rappresenta?
«Ci rispecchia molto perché è una canzone di amore assoluto. Endrigo l’ha scritta per sua moglie. Parla di un amore intoccabile che è prima di tutto amore per se stessi».
Vi siete trovate subito con Orietta Berti? Vi ha dato qualche consiglio?
«Con Orietta è stato amore a prima vista. Tra l’altro siamo praticamente conterranee. È una grande artista, ma soprattutto una grande donna. Ci siamo incontrate in studio e prima di iniziare con il lavoro ci siamo prese un momento per noi. È di una dolcezza infinita e di una professionalità indescrivibile. Tra noi c’è stata subito affinità. Ci siamo scambiate anche consigli sulle diete, per arrivare in forma a Sanremo. Averci chiacchierato, esserci confrontate è stato sempre costruttivo ogni volta».
Avete legato la vostra espressione artistica a temi sociali importanti quali le pari opportunità. Anche a Sanremo sara così?
«Porteremo un messaggio di
body positivity anche attraverso i nostri outfit. È abbastanza tosto nel 2021 doversi confrontare ancora con la taglia 38 come modello di riferimento. Ognuno deve sentirsi bene con se stesso e valorizzare le proprie particolarità. Io per esempio ho perso 20 chili, facendo un grande lavoro su me stessa, non per uniformarmi a determinati canoni di bellezza, ma più che altro per un discorso di salute. Mantengo orgogliosamente le mie forme curvy e cercherò di evidenziarle al meglio anche sul palco di Sanremo».
Cosa c’è di romagnolo in lei?
«Direi tutto. I romagnoli sono potenza pura, luce, l’essere socievoli per eccellenza. Sono tante persone attorno a una tavola colorata. Io sono a Milano solo da 20 giorni e cucino da sola per potermi sentire a casa».
Quanto sono importanti, nel lavoro, le sue radici?
«Sono fondamentali, ho sempre il verde negli occhi, ho davanti a me orizzonti infiniti di totale bellezza. E questo è importante per la mia testa, per la concentrazione e l’equilibrio. Il sole, la solarità delle persone, mi scorrono nelle vene. Così come il mio accento che persiste e ci devo fare i conti ogni volta che incido un brano».
Siete un esempio di girl power ?
«Abbiamo un’affinità incredibile, 4 donne completamente diverse che vanno d’accordo in un incastro perfetto. Oltre il saper cantare siamo l’esempio concreto che l’unione fa la forza e quando le donne si uniscono non ce n’è per nessuno».