L’Asd Rimini Baseball chiede al Comune un milione di euro

Archivio

Un risarcimento danni in sede civile da un milione di euro. È quanto chiede l’Asd Rimini Baseball dopo aver definitivamente vinto il ricorso contro il Comune di Rimini davanti al Consiglio di Stato.

Il caso

Nel 2017 l’Asd Rimini Baseball di Ciro Esposito rileva la “Casa dei Pirati” che viene utilizzata per il gioco del baseball ma è anche una pizzeria (al piano terra) dotata di abitazione (al piano superiore).

I problemi nascono nel 2020, durante il primo lockdown, quando l’Associazione titolare dell’attività e concessionaria dell’impianto sportivo che si trova lì accanto, viene sfrattata dall’amministrazione comunale riminese per non aver ricevuto prova del rinnovo della polizza assicurativa.

«In verità – ricorda l’avvocato dell’Asd Rimini Baseball, Marco Bosco – l’assicurazione, che è obbligatoria, era stata effettivamente rinnovata ma per un errore, Palazzo Garampi non aveva ricevuto la comunicazione. Ho provato a ricomporre la questione, ho spiegato che non sarebbe stato un problema far avere agli uffici una copia del pagamento, ma mi sono trovato di fronte un muro». Di qui l’azione legale del Comune di Rimini che considera inadempiente l’Asd Baseball Rimini invitandola a restituire i campi che aveva in gestione.

Per vedere riconosciute le sue ragioni Palazzo Garampi si appella al Tar (il Tribunale amministrativo regionale) che per due volte dà ragione al Comune ma per altrettante volte il verdetto viene ribaltato dal Consiglio di Stato. Sentenza che ora è diventata definitiva e riconosce le ragioni dell’associazione che gestisce l’impianto con annessa pizzeria.

L’avvocato

Venerdì scorso sono state rese note le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato: «Sono molto soddisfatto – afferma l’avvocato Marco Bosco, è una sentenza che ci dà ragione sotto tutti i punti di vista. Tanto che abbiamo deciso di procedere per via civile per chiedere il risarcimento del danno. Il fatto che il Consiglio di Stato abbia accolto le nostre istanze anche nel merito rafforza il quadro probatorio».

Il legale aggiunge: «È un dato di fatto che l’amministrazione abbia prodotto un danno a un’impresa che lavorava a gonfie vele fino a quando non le è stato intimato di lasciare la struttura. Su questa vicenda, sulla quale sin dall’inizio c’è stata una incomprensibile e totale chiusura da parte dell’ente pubblico. Auspico che il Comune si faccia avanti per trovare una mediazione».

E ricorda che è «ancora aperta una denuncia querela da parte nostra nei confronti del Comune per i lavori di ristrutturazione di quell’impianto di cui, di fatto, l’ente pubblico non possedeva la gestione e che aveva messo a bilancio per 300mila euro ancor prima che si concludesse la battaglia legale».

Bosco conclude: «Abbiamo tre anni di lavoro da recuperare durante i quali non è stato possibile fare programmazione per il futuro dell’attività». La prima udienza della causa civile è fissata il 9 marzo 2023.


Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui