La Romagna e la Cina: l’export verso il colosso

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La big londinese di gestione del risparmio Schroders lo dice ormai da anni: il futuro parla cinese. Anche la Romagna sembra essersene accorta, aprendo da tempo una stretta collaborazione commerciale con la terra del dragone, da cui vengono importati quasi il 10% di tutti i beni che arrivano ogni anno dentro le province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena. Sulle orme dell’antica via della seta, oggi sono nate partnership rilevanti, che alimentano l’intrecciarsi di un rapporto che per la Romagna vale tanto, specialmente in termini di hardware tecnologico e comparto abbigliamento. A dimostrarlo sono i dati delle Camere di Commercio, da cui emerge come i prodotti maggiormente importati dal colosso asiatico appartengano a queste categorie: computer e apparecchi elettronici, apparecchi elettrici, altri macchinari, tessile. Togliendo per un attimo dal tavolo da gioco quest’ultimo, è evidente come anche la Romagna stia diventando sempre più dipendente dalla Cina sul fronte tecnologico, ossia proprio il campo su cui si andranno a giocare le sfide del domani. Il governo di Xi Jinping sta puntando più di ogni altro sull’innovazione (al punto che investirà qualcosa come 580 miliardi di dollari per la creazione di Xiong’an, la prima smart city al mondo).

Si capisce, quindi, come mai anche Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena stiano scegliendo sempre più la Cina come interlocutore. Lo dimostrano i dati su import ed export degli ultimi dieci anni, dove si vede chiaramente come l’interscambio tra la Romagna e Pechino non abbia fatto altro che aumentare – a parte chiaramente gli anni 2012 e 2013, quando l’Rpc ha dovuto affrontare un’imponente crisi economico finanziaria. Ora però la Cina cresce senza freni, al punto che il Sole 24 Ore ha parlato di “miracolo dell’export”, visto che il Dragone rischia di chiudere il 2021 con il più alto surplus della bilancia commerciale di sempre.

Importazioni e prospettive

Cosa produce, invece, la Romagna che piace alla Cina? Ravenna, in questo senso, dimostra ancora una volta l’importanza del suo porto commerciale, perché i prodotti maggiormente importati verso la nazione asiatica sono quelli chimici. A Rimini – sempre secondo i dati delle Camere di Commercio – a farla da padrone è il distretto dell’abbigliamento, mentre dalla provincia di Forlì-Cesena partono verso la Cina principalmente mobili e ancora una volta abbigliamento. Tuttavia, se i prodotti cinesi rappresentano circa il 10% di quelli importati in Romagna, la Cina vale appena il 2,5% in termini di importazioni per il nostro territorio. E questo porta a galla, ancora una volta, un tema che è il tema: Pechino ha dimostrato di saper produrre tanta ricchezza per sé stessa, ma per gli altri?

«La nostra terra, devo dire, si è dimostrata importante per attrarre l’interesse della nazione, soprattutto sul porto con l’arrivo della Cmg – ricorda Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di Commercio di Ravenna –. Certo la bilancia commerciale è esageratamente a favore della Cina, ma per il futuro credo si apriranno grandi strade in termini di collaborazione, specialmente sul fronte della transizione ecologica». Sotto quest’ultimo aspetto basti vedere la partnership nata tra Agnes e Qint’x per la realizzazione di parchi eolici in Adriatico, in particolare nel Ravennate. «Lo scenario internazionale è tuttora caratterizzato da dinamiche di carattere strategico che stanno determinando una competizione tra le uniche due vere attuali superpotenze mondiali: Usa e Cina – interviene Roberto Albonetti, segretario generale della Camera di Commercio della Romagna –. Per le aziende italiane e anche romagnole si aprono opportunità enormi e uniche di fornitura verso entrambe le superpotenze. La Cina in particolare sarà uno dei grandi protagonisti della ripresa post Covid-19».

Le aziende

Il “The China Day” che ha aperto il Macfrut è quindi solo l’ultimo degli esempi della relazione commerciale ormai ben oliata tra Romagna e Cina. La conferma dell’investimento da 1 miliardo di euro della cinese Faw nella Motor Valley farà sicuramente bene a una terra come quella di Rimini, mentre guardando al mare importanti sono stati gli investimenti a Ravenna della statale China Merchants Group e di Agnes-Qint’x, oltre all’acquisto della forlivese Ferretti Group da parte di Weichai Power. «E sono sicuro che il progetto Hub Portuale – conclude Guberti – non farà che attrarre ancora di più l’interesse verso la nostra terra».

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