La Romagna alluvionata al commissario: "Il Governo ci deve aiutare"

Ci sono istanze di cittadini dalle quali il generale Figliuolo, commissario per la ricostruzione, non potrà sottrarsi. Perché è vero che ci sono infrastrutture pubbliche di viabilità e di sicurezza idrogeologica da ripristinare e da migliorare, ma è altrettanto vero che tanti privati sono in una situazione disperata per via dei danni alle loro abitazioni. Ci sono cittadini ancora sfollati, ospitati da amici o parenti, in strutture di fortuna, con case inagibili o inabitabili, impossibilitati a rientrare. Qualcuno ha trovato affitti ma fuori Faenza, città che pare non avere soluzioni di questo tipo e che oltretutto rappresentano una spesa aggiuntiva per chi aveva una casa di proprietà. La stragrande maggioranza non è in grado di provvedere da sola alla ricostruzione, infatti si leva unanime un’invocazione di aiuti concreti e veloci dal Governo.
Alluvionata due volte
Marina Livelli, abitava in via D’Azeglio e nella sua casa, condivisa con marito e figlia. «Sono stata alluvionata due volte: il 3 maggio con 2,80 metri d’acqua e il 16 con oltre 5 metri – afferma –: la seconda volta la casa è rimasta in ammollo per oltre dieci giorni, trovandomi a ridosso del parco Gatti, dove l’acqua non defluiva e solo con le pompe si è riusciti a prosciugare. La casa è agibile, ma non abitabile perché completamente ammuffita, temo che ci voglia un anno prima di poter rientrare in sicurezza. Abbiamo perso tutto. Non posso rimettere gli arredamenti perché chi l’ha fatto li ha visti gonfiarsi nel giro di due giorni. Devo aspettare che i muri si asciughino. E poi come faccio a riacquistare tutto. Attualmente siamo sfollati: io da un’amica, mia figlia nel convento di Santa Chiara, mio marito che ha qualche problema di salute presso una figlia».Marina snocciola un elenco di danni quantificato per cifre: «Porte interne 7mila euro, porte esterne 6mila, caldaia con sconto 3mila, cucina 4.500, divani, tv, mobili sala 7mila, più pavimentazioni solo dove sono rovinate 2mila. Motore aria condizionata 500 euro oltre ai vari elettrodomestici per i quali non ho ancora sentito quanto potrei spendere, come pure per il cappotto esterno». Questo è l’essenziale, al netto della manodopera per i lavori di installazione e senza contare gli impianti fognari che sono andati in tilt e ora c’è un fosso a cielo aperto che raccoglie i reflui. L’aspetto del quartiere è spettrale: le case sono aperte per arieggiare, vuote, segnate dal fango attaccato alle pareti che ne testimonia lo sfacelo subito e l’altezza raggiunta. «Ci devono aiutare – continua la donna –: finora il Governo non ha fatto nulla, ci siamo arrangiati lavorando 20 ore al giorno per ripulire. Vanno fatte perizie casa per casa. Figliuolo deve chiarire come procedere per avere i risarcimenti: il mio geometra dice che bisogna attendere la modulistica della ricostruzione che non c’è, altrimenti si corre il rischio di fare richieste che fuori dalle procedure possono essere respinte».