La pace è rinnovabile: ecco gli alberi “per il dialogo”

Archivio

“L’arte e la natura non sono mai statiche”. Gabriele Geminiani, patron del San Marino Green Festival, descrive così il nesso che c’è tra i due elementi, profondamente interconnessi. «Ma, come dicono i “Fridays for future”, la pace è rinnovabile e la guerra è fossile», aggiunge. Ed è per questa ragione che ha scelto di lanciare dalla Repubblica di San Marino un segnale di dialogo partendo dagli alberi. A Podere Lesignano sono state messe a dimora due piante speciali: uno dei figli del cachi sopravvissuto alla bomba atomica di Nagasaki e un piccolo leccio figlio dell’ultrasecolare che visse a Montemagno di Camaiore e che per una tempesta di vento cadde nel 2019. Quest’ultimo albero fu al centro di alcune ispirazioni dell’artista Giorgio Gaber. «In tutto il mondo gli alberi esprimono il senso della pace – spiega Geminiani – La loro fortissima capacità di alimentare la biodiversità testimonia come siano tra i garanti della tutela del pianeta. Dagli alberi ci viene anche un altro insegnamento: da soli non ci si salva. Il San Marino Green Festival vuole dare questa chiave di lettura. Un bosco non è solo un insieme di piante, ma è un habitat definito, dove la lotta per la sopravvivenza di una singola specie si fa vita. Noi esseri umani siamo gli unici che muoviamo guerre tra noi stessi per una sorta di auto-estinzione che non ha alcun senso». Proprio per rafforzare la chiave di lettura dell’ambiente come motore delle politiche di pace, a Sogliano al Rubicone il Green Festival ha inaugurato proprio di recente la nuova sede degli Archivi sostenibili. Accolti al Centro internazionale per la pace Casa monsignor Sambi, edificio elegantemente ristrutturato all’ingresso del paese, hanno trovato una nuova casa nel borgo che dall’alto della sua cresta domina le valli del Rubicone e dell’Uso in mezzo a colline dolcissime e a un paesaggio storico e ambientale che diventa valore aggiunto.

Entrano nella casa natale di un grande personaggio, visionario e pragmatico, come Monsignor Pietro Sambi (nunzio apostolico che operò con grande impegno e determinazione nei teatri più difficili della terra come Gerusalemme o il Ruanda), le opere d’arte dell’archivio. «Oggi la sua casa è un Centro Internazionale per la Pace al quale ci auguriamo di portare stimoli e idee nuovi per diffonderne il fertile seme – sottolinea Geminiani – Si tratta di un passo importante perché vorremmo rendere San Marino, il Montefeltro e la Romagna, un luogo specializzato per le politiche di pace attraverso la sostenibilità ambientale. Dagli alberi alla diplomazia, il passo può essere brevissimo e passa dalla natura. La guerra è fossile e la pace è rinnovabile: il conflitto ucraino ci ha spiegato in modo molto chiaro che servono energie pulite, da sole, acqua, vento, e che petrolio e gas, alla fine, stritolano le economie reali e le minacciano. Rispettare questo mondo, esserne custodi responsabili, può voler dire anche sostenere piccoli progetti simbolici, come piantare un albero in più o osservare l’opera artistica di chi, quel capolavoro, lo ha realizzato nella natura e sulla natura».

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