La moglie di Gresini "Il nostro team è una grande famiglia"

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«Sto entrando in azienda, si avvicina il Gran Premio di casa...». Al telefono Nadia Padovani è già in clima-Gran Premio verso la trasferta più breve dell’anno. Nadia Padovani è la moglie di Fausto Gresini e da qualche mese ricopre il ruolo di amministratore delegato di un team privato che da anni guarda negli occhi i giganti, l’unico team indipendente a partecipare alle quattro categorie del Motomondiale.

Padovani, cosa rappresenta per voi il Gran Premio di Misano?

«Misano per noi vuol dire giocare in casa. Per tanti anni è stato un appuntamento speciale, un’occasione ideale per coinvolgere i nostri sponsor all’hospitality con aperitivi e spettacoli dedicati a chi sostiene con passione il nostro team. Gli sponsor ovviamente sono fondamentali per noi, Fausto lo sapeva ed era bravissimo a fare aggregazione, a unire le emozioni delle corse al divertimento dei nostri ospiti al paddock. Ora il Covid ha fermato un po’ tutto, speriamo di riprendere presto».

Da anni come team riuscite ad essere protagonisti in MotoGp, Moto2, Moto3 e MotoE.

«Non solo, c’è anche il Civ, il Campionato Italiano Velocità a cui teniamo molto».

Cosa avrebbe detto Fausto Gresini di questa stagione?

«Credo che si sarebbe aspettato qualcosa di più».

Davvero?

«In MotoGp sarebbe stato contento per i risultati di Espargaro. Le cose stanno andando bene e poi ora è anche arrivato Viñales, anche se mi dispiace per Savadori, che è un ragazzo eccezionale, una persona speciale per noi. Nelle altre categorie invece potevamo fare meglio, credo che Fausto direbbe: “Mi aspettavo di più”. E avrebbe ragione».

In questi primi mesi da amministratore delegato del team, prevale lo stress o l’entusiasmo?

«Beh, in questo preciso momento, direi lo stress... però allo stesso tempo l’entusiasmo non ci manca mai. Cerchiamo di lavorare duro e sodo sui progetti di Fausto, dandoci dentro 24 ore al giorno. Fausto ci ha lasciato una grande lezione: lui non ha mai mollato, nemmeno in terapia intensiva quando lottava contro il Covid. E oggi noi lottiamo sempre per lui».

Quando vede manifestare i no vax, cosa prova?

(lungo sospiro...) «Allora... io premetto che ognuno è libero di fare e dire quello che vuole, ma io e la mia famiglia certe cose le abbiamo provate sulla nostra pelle e non potrò mai essere d’accordo con i concetti che sento esprimere in alcune piazze. Auguro a questa gente di non provare mai quello che ho provato io e tutte le persone che per settimane ho visto nelle terapie intensive. In terapia intensiva ho visto gente che prima non credeva a certe cose e poi ha finito col pentirsi, ma ormai era troppo tardi».

È stata appena intitolata la variante alta del circuito di Imola a suo marito. Quando tra dieci o venti anni, un ragazzo nato nel 2021 andrà a Imola e chiederà al padre chi era Fausto Gresini, cosa le piacerebbe che venisse risposto?

«Mi piacerebbe sentire dire che Fausto Gresini era un grande pilota, due volte campione del mondo e altre volte vice campione del mondo. Un uomo e un manager con grandi valori. Un uomo onesto a cui volevano bene tutti».

In questi mesi avete avuto grandi manifestazioni di affetto da un mondo spesso spietato, in cui girano tanti soldi. Nella sua esperienza, quello del Motomondiale è un bell’ambiente?

«Diciamo che è un mondo difficile, molto particolare, dove tutti fondamentalmente lavorano per se stessi. C’è uno spettacolo meraviglioso in pista che appassiona i tifosi, certo, poi dietro c’è tutto un mondo che spesso è complicato».

Domenica a Misano chi vince?

«In MotoGp vedo bene le Ducati, magari con un podio del nostro Aleix (Espargaro, ndr). La forza di un team come il nostro è quella di fare gruppo e di creare un clima che va oltre il rapporto di lavoro. Per esempio, sapete con chi ho visto l’ultimo Gran Premio di Aragon in tv?».

Con chi l’ha visto?

«Sono venuti a casa mia Lorenzo Savadori e Matteo Ferrari e abbiamo visto la gara insieme. Sono due ragazzi fantastici e come diceva Fausto, per noi non sono piloti, sono figli. Mica ci chiamiamo Gresini Family per caso: Fausto lo voleva proprio così».

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