La magia della carta tra Dante e il Premio Andersen

Un Inferno in 3D non si era mai letto, né visto. Però il paper engineerMassimo Missiroli accarezzava da tempo il progetto di realizzarne uno e lo ha messo in pratica insieme al docente di tecniche editoriali dell’Università di Bologna (e assessore alla Cultura di Forlimpopoli) Paolo Rambelli, entrambi forlivesi.

Ne è nato un libro pop-up che si è aggiudicato il riconoscimento speciale della giuria al Premio Andersen 2021: «Per essere, nell’anno dedicato a Dante Alighieri, una delle realizzazioni editoriali di maggior originalità. Per la generosità e l’intelligenza di una preziosa realizzazione a pop-up capace di dar nuova vita alle intramontabili immagini di Gustave Doré. Per l’omaggio multimediale alle prime versioni cinematografiche della Commedia».

Gli autori raccontano al Corriere Romagna le loro impressioni e le evoluzioni dell’opera.

Su Dante è stato detto e scritto di tutto, ma un omaggio pop-up mancava, o sbaglio?

«No, in effetti non sbaglia. Ed è stata un po’ la nostra sfida. In un anno in cui sapevamo che sarebbero uscite centinaia di pubblicazioni di ogni genere su Dante, abbiamo voluto unire le nostre competenze – cartotecniche, musicali, letterarie e grafiche – per realizzare un libro che del poema di Dante riuscisse a comunicare in primo luogo la meraviglia. E anche se tutti conoscono la Commedia e tutti conoscono le tavole di Doré che abbiamo utilizzato, ogni cambio di pagina è una sorpresa che suscita, per l’appunto, meraviglia».

Da dove nasce l’idea di dedicare un pop-up al sommo poeta?

«Da molto lontano, cioè dal 1991, quando Massimo ideò un primo pop-up dedicato a Dante come semplice esercizio di stile, ma così ben riuscito da suscitare l’interesse di una casa editrice statunitense. Non se ne fece poi nulla, ma quando Massimo propose una sua antologica nel 2019 ad Arte al Monte. l’idea riprese quota e, pur se in forme del tutto nuove, è riuscita a trovare la via della pubblicazione».

Premio speciale della giuria al Premio Andersen, con un pop-up dedicato a Dante e alla “Commedia”. Cosa ha significato per voi?

«Prima di tutto un’oggettiva sorpresa, perché vincere un Andersen è sempre e comunque un risultato straordinario, ma vincerlo con un volume autoprodotto, realizzato per il piacere di condividere un progetto al di fuori delle logiche di mercato, ha davvero dell’incredibile. E poi una grandissima gioia, perché testimonia che giurati e lettori hanno compreso la sincerità della nostra passione per i libri come creazione artistica e culturale».

Lavorare ai testi per un’opera di questo tipo quale processo ha comportato?

«Siamo partiti dalle immagini, perché anche se questo libro ha dei testi incredibilmente lunghi rispetto ai pop-up tradizionali, rimane comunque, prima di tutto, un pop-up. Una volta scelte le 6 tavole che meglio si prestavano allo sviluppo nella terza dimensione, abbiamo adattato il testo in modo che restituisse e garantisse la continuità narrativa alla vicenda dantesca. Un lavoro molto artigianale, da questo punto di vista, per le immagini come per i testi».

Il Premio Andersen è dedicato alla letteratura per l’infanzia. In realtà questo libro è adatto anche a un lettore adulto.

«Diciamo che è per gli adulti che non hanno dimenticato di essere (stati) bambini. E che amano giocare oltre che con le immagini e con le parole anche con la musica e con il cinema perché, grazie a un’apposita applicazione, il volume consente di ascoltare le musiche appositamente composte per quest’opera da Marco Sabiu e gli estratti dei primi due film dedicati a Dante nel 1911, che presero spunto per le scenografie proprio dalle immagini del Doré».

Qual è la tavola a cui siete più affezionati e perché?

«In realtà sono due, quella di Paolo e Francesca, in cui con una soluzione particolare siamo riusciti a sviluppare l’azione su due sequenze temporali distinte, il bacio da una parte e l’assassinio dall’altra, e quella dei suicidi in cui, sempre con una soluzione particolare, siamo riusciti a portare l’immagine più avanti rispetto alla “quinta” della tavola stessa, già in 3D».

Cosa augurate al lettore?

«Di divertirsi, e di non sentirsi a disagio nel farlo: Dante non scrisse la Commedia per essere studiato e discusso, ma per essere letto. Possibilmente con piacere. E questo abbiamo cercato di restituire al lettore: il divertimento del gioco della lettura, anche di Dante».

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