La macchina turistica a caccia di manodopera

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Con l’ultimo sottile strato di polvere invernale che se ne va, l’imponente macchina turistica romagnola comincia a sgranchirsi le gambe e a prepararsi per la stagione che, tempo permettendo, ha nel quadrimestre maggio-agosto il suo fiore all’occhiello. Con le imprese stagionali che cominciano a scaldare i motori, quindi, e l’arrivo dei primi turisti, si aprono così anche le porte del mercato del lavoro, che a partire da aprile (in alcuni casi anche già da fine marzo) ha preso ad assorbire manodopera. Secondo le stime di Excelsior Unioncamere, il mese scorso le offerte di lavoro in ambito turistico sparse lungo la costa sono state pari a 5.230, ossia quasi il 43% di tutte le offerte di lavoro disponibili sul territorio (attestatesi attorno alle 12.180), e da qui ad ottobre le assunzioni previste dalle imprese del comparto sono addirittura 25.020, quindi oltre la metà di tutte le proposte stimate in Romagna, che sono poco meno di 50 mila.

Rimini, comprensibilmente, svetta nella classifica delle province a maggior traino turistico, con 3.190 offerte di lavoro per il solo mese di aprile e ben 15.260 nelle previsioni fino al mese di giugno. Al secondo posto c’è Ravenna, dove negli ultimi trenta giorni sono stati messi a disposizione 1.260 posti nel solo ambito del turismo, con stime trimestrali che arrivano a 5.520. Fanalino di coda è l’area di Forlì-Cesena, i cui numeri sono influenzati dalla quasi totale mancanza del bacino balneare, eccezion fatta per la parte che riguarda Cesenatico. Un turismo più di entroterra, insomma, quello che concerne questa porzione di Romagna, ma che ugualmente sta iniziando a muoversi, avendo messo sul piatto ad aprile 780 offerte lavorative e prospettandone 4.240 entro il trenta giugno.

Svetta il determinato

A fronte di un volume di assunzioni piuttosto considerevole, l’analisi approfondita dei numeri messi in fila ogni mese da Unioncamere mostra con evidenza - se ancora ve ne fosse bisogno - quello che probabilmente è il più grande limite del progetto turistico targato Romagna, ossia la sua trasversale incapacità di aver saputo costruire negli anni una ricettività che vada oltre il periodo più caldo dell’anno.

A dimostrazione di questo assunto ci sono le tipologie contrattuali proposte dagli imprenditori del comparto che, nel 96% dei casi, mettono a disposizione contratti temporanei a tempo determinato, di apprendistato o altre forme (come quelle, ad esempio, dei voucher o dei lavori a chiamata). Le percentuali sono sostanzialmente le medesime in tutte e tre le province che compongono la Romagna, con qualche lievissima differenza tra l’una e l’altra che si sostanzia nello scostamento di uno massimo di due punti.

Il vero assente, insomma, è la tipologia contrattuale a tempo indeterminato, che nelle offerte di lavoro turistiche dei prossimi mesi sarà presente tra un risicato tre e quattro percento.

Ciò, tuttavia, non sembra tanto testimoniare una volontà da parte delle aziende di mantenere precari i propri dipendenti, quanto piuttosto la rigidità di una macchina imprenditoriale che, come detto prima, è saldamente ancorata al concetto di stagionalità. Il che rivela proposte che hanno, appunto, un orizzonte limitato a livello temporale. A cui vanno aggiunti i problemi, ancora oggi purtroppo presenti, di stipendi medi piuttosto bassi e giorni di riposo ridotti al minimo.

Difficile reperimento

Tutto questo si traduce in quello che è il problema più attuale quando si parla di mondo del lavoro moderno: la difficoltà nel riuscire a far incrociare domanda e offerta. Andando a guardare ciò che hanno dichiarato all’ufficio studi di Unioncamere le società che risiedono sul territorio, si legge come a Rimini il reperimento risulti ancora oggi complicato nel 48,2%. Percentuale che sale al 50,6% nella provincia di Forlì-Cesena e addirittura al 52,1% nell’area di Ravenna.

Insomma: l’offerta ha numeri decisamente interessanti, ma una volta su due non riesce a concludersi con la firma di un contratto, perché gli interessi di datore e lavoratore non riescono a trovare un punto di incontro.

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