La leggerezza delle cose davvero importanti

Una delle partite emotivamente più difficili della stagione, con otto assenze, la testa pesante e un Teramo che dopotutto in trasferta aveva già vinto 4 volte. In un momento poco brillante, il Cesena aveva bisogno che i suoi solisti facessero la differenza e la differenza è arrivata. Il pane duro del girone di ritorno è diventato protagonista, con domeniche dove il peso dei punti inizia a schiacciare tutto il resto. Il prodotto finale è stato un bel risultato da una partita bruttina che quelli di Viali hanno avuto il merito di portarsi a casa in relativa scioltezza, ripartendo dai fondamentali: gli uomini di qualità che segnano, il portiere che para.

E' ormai assodato che questa squadra abbia una difesa titolare ormai scolpita nel piombo, mentre davanti ci sono quattro validi cavalli di categoria per tre maglie (Caturano, Pierini, Bortolussi, Pittarello). Il centrocampo invece non ha trovato una filastrocca da recitare a memoria: si parte da Steffè e il resto è in continua rotazione, tra veterani incostanti e giovani da aspettare. Resta l'impressione che a livello di rosa, il Cesena sul percorso medio sia inferiore alle due capolista e anche all'Entella e al Pescara. Però nella gara singola il Cesena può battere tutti, quindi può essere una squadra da play-off, a patto di crescere a livello carattreriale. Un anno fa arrivò ai play-off sulle gambe e con uno schema diventato troppo monocorde (palla a Di Gennaro e poi vediamo), questa volta, se i 4 davanti stanno bene al momento giusto, potrebbero dare più sugo agli spareggi di primavera.

Ieri ad un certo punto nei cartelloni pubblicitari del Manuzzi è comparsa in più occasioni la scritta “pace”, giusto per non dimenticare cosa conta veramente. In tempi cupi come questo, il calcio resta un momento di evasione per rinfrancare lo spirito. O meglio, è un ruolo che lo sport ha sempre avuto, tipico della leggerezza delle cose importanti. Chiunque ami il calcio sa che è pieno di belle storie da raccontare, soprattutto in provincia. Il problema è che a volte i direttori di giornale esagerano e passano oltre, pretendendo pezzi di colore a tutti i costi. Per esempio, stagione 2006-2007, vigilia di Cesena-Rimini in Serie B. Il direttore del Corriere Romagna dell'epoca vuole una intervista doppia con una serie di domande sulla vita privata e sulle passioni extra-calcio dei due allenatori per avvicinarsi al derby. Letta la mail della richiesta del servizio, scatta la telefonata: “Direttore, guarda che a Cesena non c'è l'allenatore giusto per queste cose”. Replica: “Non sono ammesse deroghe di nessun tipo”.

Prima di contattare l'addetto stampa del Cesena, meglio fare una telefonata esplorativa col diretto interessato e addentrarsi con circospezione nella savana del suo furore. Era solo il lunedì mattina, mancavano 6 giorni al derby: forse giocare d'anticipo avrebbe aiutato.

“Pronto mister, disturbo?”

“Ciao, dimmi pure”.

“Prima di sentire con l'ufficio stampa, ti volevo chiedere se eri disponibile a fare una intervista con domande un po' particolari prima di Cesena-Rimini”.

(silenzio dall'altra parte del telefono)

“Ecco, l'idea sarebbe quella di mettere a confronto le tue passioni al di là del calcio con quelle di Acori”.

(silenzio)

“Ci sarebbero domande del tipo: per chi hai votato alle ultime elezioni, il tuo piatto preferito...”

(silenzio, accenno di sbuffata)

“Il tuo film preferito, la tua canzone preferita...”

(silenzio, il soffio della sbuffata aumenta)

“Il tuo libro preferito, la vacanza ideale.. ecco, queste cose qui”.

(silenzio tombale)

“Pronto? E' caduta la linea? Pronto mister? Ci sei?”.

“Ci sono, ci sono. Complimenti vivissimi”.

“Perché?”

“Ti hanno assunto a Novella 2000 e non me l'avevi detto. Ti saluto, alla prossima”.

Poteva andare anche peggio. Quel servizio non uscì mai, né sul fronte Cesena, né sul fronte Rimini. Almeno ci fu il lieto fine per tutti: Fabrizio Castori respinse le forze del male del Corriere Romagna e Novella 2000 non telefonò mai per l'assunzione. Pace fatta subito: ecco perchè lo sport resta un mondo speciale.

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