La guida alpina ravennate: "La Marmolada? Il ghiacciaio era in condizioni disastrose"

Benedetta Lucarelli, ravennate di 24 anni, è la più giovane guida alpina d’Italia: per lei la Marmolada non ha praticamente segreti e proprio per questo la tragedia di domenica scorsa, con il distacco di 260mila metri cubi di ghiaccio che hanno travolto una decina di persone, appare «assurdamente imprevedibile».
«Mi trovavo lì giovedì scorso – racconta Lucarelli – ero salita sulla cresta ovest per poi scendere proprio da quel ghiacciaio. Quando ho visto cosa è accaduto ho subito pensato: “E se fossi stata lì?”. Ma fortunatamente domenica ero in valle, non sono salita».
Tra le vertigini della montagna, che sanno essere splendide e implacabili, non è difficile abbandonarsi a riflessioni sul destino. Anche se le condizioni della Marmolada destano preoccupazione già da diversi anni e i suoi ghiacci, un tempo perenni, ora vengono considerati a rischio per il folle aumento delle temperature: «Il ghiacciaio quest’anno era in condizioni disastrose – sottolinea la guida –. Ricordo che a giugno del 2021 ero anche riuscita a sciare, quest’anno invece sembrava già di essere a fine agosto. Ma nessuno di noi avrebbe mai detto che in quella zona avrebbe potuto verificarsi qualcosa del genere». Già, perché il crollo di domenica è qualcosa che non era mai accaduto prima, un fenomeno che presenta caratteristiche ancora inosservate: «Un seracco – spiega Lucarelli – è una struttura verticale di ghiaccio che tende a crollare sia per effetto del riscaldamento indotto dal sole che per la forza di gravità. È naturale che queste formazioni prima o poi collassino, ma quel ghiacciaio era costituito in una maniera tale da rendere impossibile fare questo tipo di previsioni. Quella che è venuta giù domenica era una sorta di calotta, una dorsale di ghiaccio dalla forma convessa che si è distaccata in maniera improvvisa». Ora gli esperti sono ragionevolmente propensi a credere che anche la porzione di ghiaccio rimasta attaccata alla montagna sia destinata a frammentarsi: «Sicuramente adesso c’è una parete di ghiaccio verticale che prima non c’era – osserva la guida – e tenderà a crollare in quella specifica sezione». Ma, pensando al futuro, l’impressione è che domenica si sia manifestato per la prima volta un avvenimento con cui, purtroppo, si dovrà fare i conti a lungo, con il rischio di trovarsi ad assistere nei prossimi anni alla violenta agonia della Marmolada. Lucarelli non è climatologa né geologa ma, nonostante la giovane età, di esperienza ne ha già accumulata non poca, avendo iniziato a scalare a soli tre anni presso l’istrice, storica società di arrampicata bizantina: «Il surriscaldamento del clima cambierà i fenomeni del ghiacciaio e i tipi di strutture che possono cedere – commenta –. Dovremo aspettarci fenomeni mai tenuti in considerazione, eventi che non conosciamo ancora: già ora noi guide sappiamo che non si può più salire in alcune zone perché il permafrost che lega roccia, neve e ghiaccio si sta sciogliendo. Ci sono itinerari sottoposti a scariche continue di sassi».
