Mercoledì le tagliatelle, giovedì gli gnocchi e la trippa (questa l’abbiamo assaggiata in anteprima e vale certamente il viaggio), venerdì il pesce, sabato la pasta e fagioli, domenica a pranzo il brodo e quel che resta, tolto il lunedì che la cucina rimane chiusa, è buono per le polpette del martedì. Qualcuno ricorderà ancora come la propria nonna seguisse con rigore un menù così cadenzato, nel quale le ricette potevano anche cambiare ogni volta, e ovviamente rispettando ogni stagione consentivano di usare ingredienti e soprattutto ortaggi differenti. Il fatto che però il tema si ripetesse con regolarità, consentiva di fare una spesa ragionata, assicurare una buona varietà di alimenti e, cosa per nulla secondaria, di non sprecare.
Casa Slow Food
Al Circolo Aurora, da oggi casa di Slow Food Ravenna, che ha rilevato la gestione degli spazi della storica sede Aics (prima concessi all’Abajour chiuso nel 2020), si recupererà questa filosofia «per offrire una cucina realmente casalinga e per far conoscere come si mangiava nelle nostre case quando le azdore pianificavano con cura la dispensa», spiega Angela Ceccarelli, fiduciaria di Slow Food Ravenna. Lei e altri quattro attivisti dell’associazione della chiocciola saranno il motore di questa nuova esperienza che è sì gastronomica ma anche e soprattutto culturale. «Siamo innanzitutto un circolo, ovvero un luogo aperto alla città dove si può venire per mangiare bene, conoscere prodotti e produttori locali, fare corsi legati al cibo, conoscere, ma anche ascoltare musica, assistere alla presentazione di libri, ma soprattutto per socializzare» sottolinea Angela. Con lei ci sono Mauro Zanarini che si occuperà degli eventi e della cantina, Mario Borioni che animerà la programmazione del Jazz club Borion’s music studios, «con occasioni musicali piacevoli che non disturberanno e che sarà un’ulteriore occasione di racconto e cultura». In cucina ci sarà poi il duo affiatato composti dall’architetto-cuoco Cristiano Amato e dalla cuoca Rovena Mehmeti. Insomma, un gruppo di amici con in comune la passione per il cibo e la militanza in Slow Food che di fatto coronano un sogno: «Faremo qui quello che facciamo da almeno vent’anni con la Condotta in giro per la città e la provincia, la regione e anche l’Italia – dicono – solo che prima dovevamo ogni volta trovare un posto, oggi abbiamo trovato casa e possiamo accogliere tanti amici vecchi e nuovi», dicono insieme.
Cucina e serra
Il menù varierà spesso, a seconda della reperibilità dei prodotti che arriveranno tutti dalla rete locale dei produttori di qualità. Oltre ai quattro primi e altrettanti secondi, i variegati contorni di verdure e i dolci della tradizione, non mancherà mai l’ampia scelta di assaggi da “piluccare”, variante romagnola dei veneti cicchetti o delle internazionali tapas. Si va dalle acciughe e burro al baccalà mantecato, dalle polpettine di pesce fritto all’anguilla marinata con la polenta, alla frittata e aceto balsamico, per passare alle “girandole” di formaggi e dalla selezione di salumi. «In cucina tutto è preparato fresco, non si congela, e se qualche ingrediente sul mercato quel giorno non si trova si cambia offerta» spiega Cristiano che oltre ad occuparsi della cucina insieme a Rovena è anche incaricato di trasformare il cortile interno in serra per autoprodurre erbe aromatiche e ortaggi. «Ovviamente sarà una produzione minima, ma a noi servirà quello spazio per avere aromi sempre a disposizione ma anche per far conoscere cosa sia la biodiversità ad esempio ai bambini del progetto Orto in Condotta o ai nostri ospiti. Vorremmo coltivare ortaggi anche difficili da trovare e faremo scoprire come sia possibile coltivare anche sul proprio balcone con tecniche come la coltura idroponica». La serra si svilupperà soprattutto in verticale lungo le pareti della struttura in allestimento e catturerà ogni raggio di luce naturale. Il Circolo Aurora, è nel cuore del borgo popolare San Biagio, ha alle spalle una storia gloriosa: fu aperto infatti nel 1904, e fu il primo circolo socialista d’Italia, la matrice era ancora anarchica e internazionalista. La discussione politica che nel Circolo Aurora si sviluppava ogni giorno, neanche a dirlo intorno a una tavola, contribuì a formare in città le prime leghe, a fondare la Camera del lavoro, le prime cooperative, la storia del circolo racconta anche di come furono molti dei suoi soci ad attivarsi perché il Comune istituisse un forno comunale dove la povera gente potesse comprare il pane a basso prezzo. I tempi sono cambiati certo, ma nutrirsi resta sempre un atto politico.