La compagnia Menoventi al Ravenna festival con "Odradek"

Come per tutti i loro nuovi spettacoli, vi sono aspettative molto alte anche per la prima assoluta di questo “Odradek”, che i faentini Menoventi portano in scena stasera e domani sera (ore 21) al teatro Rasi, ospiti di Ravenna festival. Prodotto da Menoventi/E Production, Ravenna festival, Accademia Perduta Romagna Teatri e Operaestate Festival Veneto/Csc, in collaborazione con Masque Teatro, lo spettacolo nasce da un’idea di Consuelo Battiston e Gianni Farina (fondatori della compagnia) e vede in scena la stessa Battiston insieme a Francesco Pennacchia.

“Odradek” è una fiaba contemporanea, ispirata dai moniti di Gunther Anders e dai capricci di Franz Kafka, che racconta della casa di M, una donna ordinaria rintanata nella comfort zone domestica, dove ogni desiderio viene esaudito ancora prima d’essere concepito.

«Nel paese della cuccagna – dice Gianni Farina, che cura regia e luci – la spirale del conformismo ha eliminato ogni ghiribizzo, dunque le previsioni di marketing risultano infallibili».

Ignaro messaggero di questo mondo incantato – o maledetto? – è Q, il corriere espresso delle consegne “Odradek”, dalla cui relazione con M nascono interrogativi inconsueti: da dove arrivano gli oggetti? E le notizie? Chi parla all’altro capo dell’apparecchio? Ma un guasto al sistema elettrico consente di percepire l’invisibile trama del mondo, innescando uno scontro tra ambiente e ambizione, una lotta tra illusione e immaginazione. Nella solitudine e nel silenzio della sera, la casa sembra avere mille occhi.

«L’innocenza inconsapevole della vita odierna – spiega Farina – ovvero l’incapacità di avvertire il peso della responsabilità del proprio agire, a volte si incrina e lascia filtrare i sintomi di un’angoscia singolare, insolita; come un’ombra cupa, il sentimento di insensatezza della propria esistenza si insinua nella mente di M».

L’epoché (la sospensione dell’assenso) che avvolge e omologa i protagonisti di questa fiaba sembra diffondersi dagli apparati e dagli oggetti domestici, prodotti inerti che occasionalmente danno l’impressione di osservare le umane attività e paiono giudicare i loro consumatori con consigli e ammonimenti, forti di una saggezza sovrumana non contaminata da improduttive pulsioni o superflue emozioni. E a proposito di consigli, i Menoventi suggeriscono alcune letture in qualche modo legate a “Odradek”, tra le quali, oltre a Kafka e Anders, “L’apprendista stregone” di Goethe, “La penna” di Tommaso Landolfi e, soprattutto, le poesie Episodio, Alcuni vantaggi della civiltà e Divisione del lavoro, di Hans Magnus Enzensberger, che, dice Farina, «è sempre stato un faro per la poetica della compagnia».

Menoventi nasce nel 2005 e si stabilisce a Faenza pochi anni dopo. Sin dagli inizi porta avanti una personalissima ricerca sul teatro, animata dall’intelligenza dell’ironia e dalla vocazione a svelare i piani della rappresentazione. Unico punto fisso di questa esplorazione è il pubblico, referente attivo che viene apostrofato, spiato, raggirato e che – volente o nolente – entra nel gioco: gli spettacoli sono ingranaggi, labirinti, inganni che interpellano lo spettatore.

Info: ravennafestival.org

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