L'emangioma, un tumore benigno dei bimbi

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Ci sono 22.600 bambini in Italia che, ogni anno, sono colpiti dall’emangioma, il più frequente tumore benigno dell’età infantile. È una forma di cancro vascolare causata da una proliferazione incontrollata delle cellule endoteliali vascolari, in pratica il rivestimento interno dei vasi sanguigni. Spesso non desta particolare preoccupazione e richiede solo un attento monitoraggio della lesione della pelle. Ma in circa il 12-15% dei casi possono esserci complicanze che devono necessariamente aprire la strada a una consulenza specialistica e a un tempestivo trattamento. I casi a maggior rischio sono quelli in cui l’emangioma può dare luogo a danni funzionali (come la compromissione della vista, dell’udito o della suzione) o mettere a repentaglio la vita (con il coinvolgimento di fegato, polmoni o cuore) oppure quelli in cui la lesione cutanea può andare incontro ad ulcerazione o esitare in un danno estetico permanente. Per questa ragione l’Osservatorio Malattie Rare, insieme a FattoreMamma, ha dato vita alla campagna “Emangiomi infantili, conoscerli per gestirli al meglio”, con influencer e mamme blogger che da questo mese cercheranno di spiegare sul web i dettagli di questa patologia.

«Compare alcuni giorni o settimane dopo la nascita sotto forma di piccole tumefazioni o di macchie cutanee che possono essere di tonalità chiara e ricoperte da teleangectasie oppure di un colore rosso brillante o bluastro pallido –spiegaMaya El Hachem, della Dermatologia del Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero Irccs Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e presidente della Sisav, la Società italiana per lo studio delle anomalie vascolari – Solitamente, entro i primi 6-7 mesi di vita, queste lesioni crescono rapidamente di dimensioni, diventando talvolta anche voluminose, per poi stabilizzarsi e infine entrare in una fase di lenta e spontanea regressione che può durare 7-8 anni. Esistono, poi, anche delle forme rare di questa patologia».La prematurità, il basso peso alla nascita, la provenienza da gestazioni multiple e i problemi in gravidanza sono i principali fattori di rischio. Ma anche il sesso può incidere: è più frequente nelle bimbe.La malattia ha delle cure specifiche. «Attualmente per il trattamento si fa ricorso al propranololo somministrato oralmente, farmaco di prima scelta impiegato al posto del cortisone per la maggiore efficacia e i minori effetti collaterali – sottolinea Cesare Filippeschi,coordinatoreresponsabile della Dermatologia Pediatrica, dell’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer di Firenze – Ma il successo della terapia parte da una corretta diagnosi precoce».

Quando le cure non bastano, però, i medici intervengono chirurgicamente. Oggi, in Italia, c’è una necessità: quella di creare una rete di centri multidisciplinari specializzati. Roberto Cavalli, responsabile della Dermatologia pediatrica del Policlinico Ca’ Granda di Milano, spiega che dovrà comprendere «dermatologi, chirurghi vascolari, neonatologi pediatri, cardiologi oculisti otorinolaringoiatri e neuro-radiologi» in grado di «prendere in cura globalmente il piccolo paziente e far fronte a tutte le possibili conseguenze che può comportare un emangioma infantile è un aspetto di primaria importanza». Per questo, spiegano gli esperti, sarebbe necessario inserire all’interno anche uno psicoterapeuta in grado di aiutare bimbi e pazienti durante la fase di trattamento.

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