L'assessore regionale: «La predica di don Paolo? Un delirio»

Non si spegne il clamore suscitato dopo l'omelia di domenica scorsa a Cesena dal parroco di San Rocco Don Paolo Pasolini, sulla bislacca teoria dei vaccini prodotti usando feti vivi abortiti da donne che si fanno ingravidare a pagamento. Lapidario il giudizio di Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità. Definisce la predica di domenica scorsa del parroco cesenate don Paolo Pasolini «un delirio imperdonabile». E aggiunge: «Valuterei se penalmente rilevante». Il riferimento è al fatto che don Paolo da una parte ha usato parole che potrebbero essere penalmente perseguibili per il reato di procurato allarme, ma anche ha citato esplicitamente “Astrazeneca” come ditta coinvolta nei traffici criminali da lui immaginati, entrando nel campo di una possibile causa per diffamazione.

Così il professor Natalino Valentini, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” della diocesi di Rimini. «Per quanto mi riguarda considero queste dichiarazioni del tutto inadeguate rispetto alla natura, biologica e farmacologica, del problema sollevato, in assenza di prove fondate. Ma soprattutto sono assolutamente inopportune relativamente al contesto liturgico-omiletico, e più in generale addirittura irresponsabili rispetto al drammatico contesto pandemico nel quale ci ritroviamo, con oltre 400 morti al giorno, che scompaiono ormai nell’assuefatta indifferenza di tutti. Se si intende davvero porsi a difesa della vita e della dignità della persona, soprattutto dinanzi alla sua fragilità, l’attenzione spirituale ed etica dovrebbe concentrarsi su ben altro».

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