Irrigazione per aspersione "Così si facilita la fotosintesi"

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Con Franco Calini, agronomo di diverse realtà a cavallo tra Romagna e Toscana, parliamo di questa tanto discussa vendemmia 2021. Allora Franco, come sta andando?

«Inutile dire che si tratta di un’annata abbastanza ‘tribolata’. Dopo le gelate di Pasqua, infatti, che sono un evento tutt’altro che eccezionale, anche se in alcuni casi abbiamo toccato temperature mai viste nemmeno nell’inverno, c’è stato un arresto del processo fisiologico delle piante, che sono andate come in uno stato di shock. Del resto, le gelate arrivavano dopo un periodo medio-caldo, quindi l’inversione termica ha portato nella maggior parte dei casi alla morte dei piccolissimi germogli, con un ritardo di circa un mese rispetto ai tempi ‘normali’ del ciclo fisiologico».

Poi il caldo intenso di luglio e agosto, che immagino abbia causato altrettanti rallentamenti.

«Sì, in realtà le temperature sono rimaste nella media stagionale, niente di straordinario per noi che eravamo in campagna tutti i giorni. L’insolazione era buona, ed ha permesso di riprendere circa 15 giorni nel ciclo della vite, anche se ovviamente c’è stato un importante stress idrico causato dalla contemporanea siccità del periodo».

Tutte condizioni che hanno portato ad un ritardo soprattutto nella fase di invaiatura, giusto?

«Sì, in annate come queste si accumula un ritardo nella maturazione fenolica che poi è difficile da recuperare successivamente, anche se c’è da dire che le piante hanno il loro equilibrio, e sistemi di sopravvivenza di tale raffinatezza da consentirgli sempre di raggiungere risultati eccezionali, anche e soprattutto in anni ‘difficili’».

Cosa avete cercato di mettere in pista per “aiutare” le viti in questa fase della loro crescita?

«Sempre difficile parlare di utilizzo dell’acqua, nel nostro mestiere, ma ovviamente l’irrigazione per aspersione, quindi sulle foglie, che è ancora un argomento quasi sconosciuto qui da noi, ha portato sollievo alla parete fogliare, facilitando la fotosintesi. La parete fogliare era una parte delle piante su cui all’inizio del periodo vegetativo avevamo lavorato volutamente poco, pensando a non trovarci in difficoltà in estate, visto l’andamento climatico. Successivamente abbiamo usato altri prodotti naturali, come il caolino, proprio per favorire la vigoria vegetativa, la sempre utilissima zeolite, ed un preparato a base di lievito per facilitare allegagione e invaiatura, che sono sempre fasi molto delicate del ciclo annuale».

Veniamo per l’appunto alla vendemmia, quindi alle prime percezioni dalla campagna. Come si presenta la materia prima?

«L’uva quest’anno è davvero interessante, non c’è che dire. Non parlo tanto di varietà internazionali come Cabernet o Merlot, che bene o male vengono sempre bene, anche qui da noi. Parlo proprio dei nostri vitigni storici, ad esempio Albana e Trebbiano, che oltretutto sono uve che si prestano benissimo ad una surmaturazione in pianta, che è un po’ la strada che si sta scegliendo quest’anno. Anche l’uva di Sangiovese è magnifica, anche se del Sangiovese si sa che una dose di stress non eccessivo è quasi un beneficio, è una pianta che reagisce sempre bene».

E la pioggia di questi giorni invece?

«La pioggia in questo periodo è sempre e comunque una benedizione, sia per la pianta che per gli acini. Infatti, a mio avviso in molti stanno ritardando la raccolta di qualche giorno, proprio per permettere alle viti di godersi un po’ di sollievo. E direi che ne hanno proprio bisogno!».

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