Intenso, politico, poetico: senza Vasco non si può star

Archivio

Nonna (78 anni), figlia e nipote. Tre generazioni insieme. Erano qui anche giovedì, hanno replicato venerdì. E sono tanti i bambini presenti per la loro “prima volta” con Vasco Rossi.

Un Vasco in grande forma che riparte da Rimini «per portare un po’ di gioia in questa terra ferita, orgogliosa e vera». «Viva e forza Romagna!» grida il rocker dopo le prime due canzoni in scaletta. Proprio la scelta delle canzoni giustifica il mistero di quest’anno, e cioè il silenzio attorno alla scelta di quali eseguire. Vasco, con la direzione artistica del chitarrista Vice Bastano, mantiene le promesse. Non solo pesca, fra le 191 canzoni scritte a oggi, brani da tempo poco frequentati dal vivo, ma anche la scansione ha un triplice significato. La prima parte, decisamente con un sound rock vecchia maniera (senza troppa nostalgia però), è vero divertimento per i fan storici, con brani quali “Dillo alla luna” (da “Liberi liberi”), che apre lo show, a “Stendimi” del 2001, passando per canzoni quali “Ogni volta”, autentico boato quando viene intonata, “Domani sì, adesso no”, da “Cosa succede in città”, assente live da decenni (se non per presenze sporadiche nei medley), fino al rock inteso di “Manifesto futurista della nuova umanità”. Poi arriva l’intermezzo della band, e anche questa volta va reso onore a Vince Pastano che ha costruito una trama sonora quasi prog-rock, lasciando la scena finale tutta al solo di Stef Burns, il quale raccoglie gli applausi che, però, andrebbero divisi equamente con tutta la band.

La seconda parte è quella politica, fatto insolito per Vasco, con “Undicesimo comandamento”, “C’è chi dice no” (con un Vasco modello Che Guevara che appare al centro del maxischermo), “Gli spari sopra” e “T’immagini”, altro pezzo recuperato, e con il «favole, favole, favole» fatto ripetere a gran voce dal pubblico mentre Vasco snocciola nomi di politici, di partiti, di vecchie ideologie e nuovi populismi.

La terza sezione è quella poetica, con il Kom che si diverte a cantare e a far cantare. L’arrivo del “Gallo”, lo storico bassista imolese Claudio Golinelli, è festa per tutti. Intona “Romagna mia” e, ancora una volta, Vasco torna a elogiare la tenacia del popolo romagnolo, vincendo a distanza la sfida con lo statunitense Springsteen.

L’ultima parte non è rock, ma poetica. Un lungo medley vede, fra gli altri, brani come “Ti voglio bene”, “Ormai è tardi”, “Ridere di te”. Come accadde nel 2011, “Canzone” viene eseguita integralmente e, prima del giro più famoso del rock made in Italy, quello di “Siamo solo noi”, c’è spazio per “Sally”. Il finale è classico: piano e voce per “Vita spericolata”, e canto corale su “Alba chiara”. Vasco ora è pronto per ripartire con il suo tour 2023.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui