"In Ucraina è un inferno": i primi profughi a Rimini VIDEO

Si sono ritrovati in mezzo a sparatorie e bombardamenti. «Là è un inferno». La vita era diventata un incubo, scandita dalle raffiche dei mitra e dalle sirene degli allarmi aerei. Poi Alina e Roman sono riusciti a scappare da Krivoi Rog (Ryvyj Rih), una città dell'Ucraina meridionale, situata a 130 km a sud-ovest di Dnipro, mettendosi in viaggio alla disperata, nel tentativo di raggiungere una metà sicura. Ieri sera, stremati dal viaggio, sono arrivati al Family Resort Barone di Viserbella, dove poco prima era arrivata una mamma con due bambine e dove anche oggi continueranno ad arrivare profughi da sud-est del Paese preso d’assalto dai soldati di Putin. Ormai in salvo, Alina e Roman non hanno pensato ad altro che alla loro patria, a quella strenua resistenza che i cittadini ucraini stanno mettendo in atto con ogni tentativo possibile per bloccare l’avanzata russa. «Togliamo i segnali che i militari di Putin lasciano lungo le strade come bersaglio per gli attacchi».

La solidarietà

Parte oggi pomeriggio, destinazione Leopoli in Ucraina. Kristian Gianfreda è l’assessore ai servizi sociali e come già in passato (in Bosnia e in Libano) vuole vedere l’atrocità del conflitto con i propri occhi con l’obiettivo di contribuire, insieme ai volontari dell’Operazione Colomba e della comunità Sant’Egidio, ad aprire corridoi umanitari per portare al sicuro chi fugge dalle bombe. «Questa è la guerra delle due generazioni che hanno conosciuto solo la pace - spiega Gianfreda -. Ma questo non vuol dire stare in casa riparati nelle proprie certezze, del “tanto succede molto lontano da qui”. Tocca a noi, adesso». Oggi quindi parte per Leopoli. «Insieme all’associazione Papa Giovanni XXIII, mi recherò prima al confine polacco dove si stanno ammassando i profughi e quindi nella città Ucraina per vedere e capire la situazione di chi non può o non vuole scappare. Si stanno organizzando ora i primi corridoi umanitari. Ora è venuto il momento di riprendere coscienza e zaino per aiutare chi ha bisogno, facendo quel poco o quel tanto che ognuno di noi può fare». Gianfreda si unisce ai volontari dell’Operazione Colomba (Papa Giovanni XXIII) che da anni operano nelle zone di conflitto. Ieri pomeriggio inoltre l’assessore Gianfreda ha riunito intorno allo stesso tavolo le associazioni del terzo settore con l’obiettivo di cominciare a mettere insieme una rete per gestire i profughi che stanno arrivando a Rimini. «Abbiamo cominciato a confrontarci in attesa del tavolo istituzionale che sarà organizzato dalla Prefettura. Però, siccome stanno arrivando le famiglie, è necessario cominciare a ragionare su una accoglienza strutturata e non più solo spontanea».

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