Imola, sono tornati a crescere i turisti anche senza Gp

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Sono tornati i turisti a Imola. Il 23,7% in più rispetto al 2022, anche se le cifre non sono ancora quelle precedenti la pandemia. Hanno volti più italiani che stranieri. Senz'altro il Gran premio di F1 annullato a maggio scorso a causa dell’alluvione ha lasciato una traccia profonda anche nei primi dati sulla domanda turistica del 2023 diffusi dalla Regione, che a fine 2022 ha fra l’altro approvato una riforma degli uffici di informazione turistica. Tra cui ricadono anche quelli del circondario.

I numeri del turismo

Sono ancora provvisori ma i primi dati della domanda turistica hanno il segno più a Imola, Dozza e Castel San Pietro Terme, i Comuni con dati disaggregati nell'elenco. Nei primi 6 mesi del 2023 si sono contati 43.072 turisti a Imola, l’1,8% in meno del 2019. Di questi, 33.980 italiani, il 27% in più del 2022, e 9.092 stranieri, in aumento del 12,6% sul 2022 ma in calo del 21,7% rispetto al 2019. Su 106.019 pernottamenti totali, 83.034 sono stati di italiani, in crescita del 18,4% sul 2022, e 22.985 di stranieri, il 2,2% in più del 2022 e l’1,3% in meno del 2019. Nessun segno meno a Castello, con 29.411 turisti, quasi il 19% in più dell’anno scorso, di cui 21.791 italiani e 7.620 stranieri. Anche i pernottamenti crescono: 64.996 in tutto, il 31,2% in più del 2022, di cui 45.691 italiani e 19.305 esteri. A Dozza hanno fatto domanda un po’ meno turisti stranieri del 2019 ma comunque più dell’anno scorso: 845 in tutto, di cui 209 dall’estero, e vi hanno pernottato in 2.793, di cui 854 stranieri.

Nuovi Iat

rispetto alla riforma degli uffici turistici, entro il prossimo 15 settembre le amministrazioni comunali dovranno comunicare la propria proposta di riorganizzazione. Per Imola una ipotesi piuttosto concreta è che l'ufficio prenda le vesti di uno Iat-R, che sta per “reservation”, che come un'agenzia di viaggi possa offrire la possibilità di prenotare direttamente. I requisiti non sono però semplici, lo Iat imolese così com’è non vi rientrerebbe. Anche per questo è tutt’altro che remota l'ipotesi che dal 2024 possa essere If, la società di promozione turistica che già gestisce alcuni uffici di informazione turistica nel faentino, a gestire anche quello imolese.

La Città metropolitana di Bologna e la Provincia di Modena hanno da poco approvato i nuovi criteri in seguito alla riforma. A questi dovrà far riferimento il Circondario candidando la propria proposta entro metà settembre: «Sono considerazioni da fare a livello territoriale, non solo di Imola», sottolinea l’assessora al Turismo imolese Elena Penazzi. «È prevista una serie di nuove forme di info point – spiega la direttrice della società turistica If Marcella Pradella –. Gli Uit, gli uffici di informazione turistica come quello di Castel San Pietro Terme, di Dozza e di Borgo Tossignano ad esempio, non ci saranno più». La riforma prevede invece welcome room, Iat, Iat-R, Iat diffusi e digitali, cioè «totem con piattaforme multimediali e touch screen che informano il turista h24, che non per forza costano meno di un ufficio fisico», aggiunge Pradella.

Queste sono alcune delle considerazioni sul tavolo degli amministratori: «L’attuale assetto dello Iat non rientra nei parametri – ammette Penazzi –. Questa per noi è un’opportunità. Se ci sarà la possibilità di avere qualcosa in più per il territorio lo faremo, in rete con i Comuni più piccoli della vallata, per il turismo outdoor e di prossimità. Le valutazioni le faremo tutte, anche su If che ha già l’attività di agenzia di viaggi». «Aspettiamo le valutazioni, da parte nostra c’è la disponibilità e la professionalità», conclude Pradella di If.

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