Imola, "Simone era un ragazzo felice e allegro con tutti"

«Mi hanno portato via la cosa più preziosa, Simone era la mia vita avevo solo lui e ora non ho più nulla». Sono le parole di Daniele Bergamini, padre di Simone, il ragazzo imolese di appena 21 anni investito e ucciso mentre al rientro da una festa a Porto Corsini si dirigeva con gli amici verso Punta Marina percorrendo la via Baiona in bicicletta, nella notte di lunedì. Simone era figlio unico, la madre Monica lavora come segretaria in una azienda del circondario, il padre Daniele è molto conosciuto perché fino a poco tempo fa lavorava in una concessionaria imolese. È stato lui ieri a dover riconoscere la salma del figlio alla camera mortuaria di Ravenna, e in queste ore tremende ha affidato il suo dolore all’amico Paolo Becca, che era anche il titolare di lavoro del ragazzo, dipendente nella sua azienda a Sesto Imolese. «Simone era arrivato da noi a gennaio scorso e aveva legato subito con tutti. Era un ragazzo socievole e credo felice, gli piaceva divertirsi ma aveva la testa sulle spalle e non chiedeva mai troppo, si guadagnava tutto un poco alla volta. Sul lavoro era preciso e paziente, insomma un bravo ragazzo, niente stravizi, amante dello sport. Ultimamente si dedicava alla palestra insieme al suo papà», racconta l’imprenditore amico del padre, che Simone lo conosceva fin da piccolo.
Ancora ieri il dolore era palpabile fra i colleghi nell’azienda di meccanica di precisione dove Simone stava compiendo il suo apprendistato come tornitore. Nessuno se la sentiva di parlare, per tutti ha parlato il titolare, che è anche amico di famiglia del ragazzo. «Quando abbiamo saputo dell’incidente martedì in azienda è calato il silenzio, tutti siamo rimasti shoccati e nel suo reparto per tutto il giorno non è volata una mosca. Una cosa irreale, terribile – spiega Paolo Becca –. Io per scelta assumo sempre ragazzi molto giovani e così diventano amici in fretta trovandosi fra coetanei. Per Simone poi, con il suo carattere, era molto facile». Anche lunedì finito il turno era andato al mare proprio con alcuni colleghi. «Qui si fanno i turni e i ragazzi che finiscono il lunedì mattina riprendono il martedì pomeriggio – spiega Paolo Becca –. Così Simone era andato al mare in moto insieme con un collega, lui la moto non l’aveva. In un gruppetto avevano affittato per l’estate un appartamento a Punta Marina proprio per avere una base di appoggio per l’estate quando facevano su e giù, e così non dovevano girare di notte. So che erano andati a una festa e siccome non c’era il traghetto hanno deciso di tornare a casa in bicicletta ed è successa la tragedia. Sarebbero dovuti tornare insieme al lavoro martedì pomeriggio dopo una giornata di mare, felici e allegri come erano e invece...». E invece l’incidente su quella strada in rettilineo fra la pialassa e le industrie, senza illuminazione, né piste ciclabili, unica via di collegamento fra due località che in linea d’aria distano poche centinaia di metri, quando il traghetto stacca per riprendere alle 5 del mattino.
Sui social, dove il ragazzo non perdeva apparentemente troppo tempo, alla notizia tragica dell’incidente si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio di tanti che lo hanno incrociato da piccolo, a scuola, o nelle squadre sportive in cui da ragazzino aveva giocato: l’Ondulato prima con la pallavolo poi l’Imolese Calcio. Fra gli altri lo hanno ricordato la consigliera Pd Mirella Pagliardini, insegnante, che lo aveva avuto da bambino a un campo solare. Mentre il vicepresidente del consiglio comunale Nicola Vacchi ha voluto esprimere il suo cordoglio pubblicamente alla famiglia. Il funerale dovrebbe svolgersi sabato mattina prossimo, oggi si conosceranno i dettagli e la famiglia in queste ore sta decidendo le modalità.