Imola, sentieri distrutti. Appello del Cai: "Fate attenzione"

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«Sicuramente non è la priorità da affrontare dell’immediato, prima bisogna uscire dall’emergenza, risolvere le questioni più contingenti come ridare una casa a chi l’ha persa, la possibilità di poter tornare, in sicurezza, a lavorare, una viabilità ripristinata e così via, ma l’appello che come Cai facciamo è che, al termine di questa imprescindibile fase, le amministrazioni guardino anche al valore economico, ambientale, turistico e culturale della sentieristica appenninica». Questo è l’appello e la considerazione principale che il presidente del Cai Imola, Paolo Mainetti fa sullo stato di un ambito, quello delle escursioni e del trekking, che dall’ondata di maltempo ne esce con le ossa rotte.

Boom post Covid

«L’esperienza della vita all’aria aperta, nei nostri territori – continua Mainetti – a seguito della pandemia del Covid aveva ottenuto una crescita esponenziale dei numeri. Questo ha generato una progressiva crescita anche dell’indotto turistico, quindi economico, per tutte quelle aziende e attività che a sud della via Emilia e lungo la valle del Santerno insistono e cercano di sopravvivere. Non sono certo i numeri della riviera ma sono veramente in forte crescita e che questa ondata di maltempo rischia di compromettere se non azzerare».

Situazione disastrata

La situazione della rete sentieristica seguita, manutentata e tabellata dall’associazione è oggi veramente disastrata. Delle centinaia e centinaia di chilometri di mulattiere, sentieri, bypass boschivi molti sono seriamente, e per alcuni casi irrimediabilmente, compromessi. «Abbiamo fatto passare alcune settimane – afferma a riguardo Mainetti – per iniziare come Cai a perlustrare e monitorare la situazione. In molte aree, soprattutto quelle della bassa collina, della parte orientale della Vena del Gesso e sopra Castel del Rio la cosa che abbiamo riscontrato è stata la quasi totale impraticabilità nell’interezza dei loro sviluppi. In molti altri non siamo ancora riusciti a iniziare ispezioni che verranno effettuate progressivamente. Non parliamo di alberi caduti, quelli non sono un problema, ma di frane e di dissesti che hanno creato voragini, burroni, cancellando completamente il tratto calpestabile. In alcuni di questi sentieri, se mai si riuscirà a ripristinare il passaggio, comunque il percorso dovrà essere diverso e alternativo, e qui chiediamo una mano alle istituzioni affinché aiutino questo passaggio che non sarà semplice, perché il terreno sul quale si sviluppava il percorso oggi non esiste più».

Tra queste situazioni ci sono per esempio quelle lungo il sentiero 703, il 707 Alta via dei Parchi oppure il 715, quello dell’Anello di Sant’Andrea, sentiero 717 e il sentiero “Luca Ghini”.

L’appello

Alla luce di questa situazione ancora a “singhiozzo” per quanto riguarda i sopralluoghi il Cai imolese invita tutti gli escursionisti «a informarsi bene dello stato dei sentieri magari aggiornandosi sulla sezione dedicata che abbiamo sul nostro sito. Sempre e comunque – aggiunge – bisogna prestare grande attenzione alla sicurezza, a maggior ragione dopo gli eventi di maggio».

Infine Mainetti ci tiene a ribadire un concetto «non chiediamo soldi e non chiediamo che questa cosa avvenga domani, ma alle amministrazioni segnaliamo che l’attenzione politica concreta a questa tematica sia, nel prossimo futuro, concreta. L’escursionismo e il turismo slow è una delle carte più efficaci che le comunità collinari e appenniniche come le nostre possono giocarsi, perderle sarebbe un’ulteriore freno alla possibilità di sopravvivenza».

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