Imola, saldi in chiaroscuro. "Non basta il buon rush finale"

Saldi «terminati un po’ in chiaroscuro». Definisce così i due mesi di saldi invernali che si sono conclusi domenica scorsa Sabina Quarantini, presidente di Confesercenti Imola. «Sono andati bene, ma non come le aspettative, insomma – aggiunge –. Si pensava che, in generale, andassero un po’ meglio. Sono partiti bene, ma non hanno rispettato le aspettative. Fondamentalmente, bene ma non benissimo».

Colpo di coda

Dopo la buona partenza di gennaio, «c’è stato uno stallo nella parte centrale – spiega Quarantini –, poi verso la fine c’era anche una scontistica maggiore, come succede sempre, e quindi è andata un po’ meglio».

Provando a spiegare il momento di stallo, «il sentimento sicuramente non è quello di spendere e spandere senza pensare a nulla – sottolinea –. È già un po’ di tempo che succede questo. Chiaramente, le spese fisse che ci sono hanno portato alla contrazione dei consumi anche nel periodo dei saldi».

Poi, aggiunge Quarantini, «quando comincia il periodo finale, ci sono delle scontistiche che in alcuni casi arrivano anche oltre il 50%, perché ci sono le collezioni nuove che sono già arrivate. Le collezioni si fanno sempre prima, perché poi si rischia di non avere la merce, e questo è un’altra problematica che copre un po’ tutti i settori. Quindi, come è sempre successo, la scontistica aumenta certo e si possono fare dei buoni affari ancora, ecco. Quindi, magari, si è anche aspettato un po’ verso la fine».

Formula valida?

Contemporaneamente, «si fa già da diversi anni la riflessione sui saldi – osserva la presidente –, sul periodo, su queste promozioni che durante l’anno sono continue», fra i Black Friday, i Cyber Monday, e senza dimenticare le molte offerte e scontistiche che è possibile scovare su internet (che pure per qualche negozio si è rivelato una risorsa fondamentale per reagire alle chiusure “fisiche” durante il lockdown e le zone rosse). Ne emerge che «un po’ di appeal i saldi stagionali l’hanno perso – non nasconde –, e già da un po’ rispetto a quando c’erano solo i saldi stagionali. È chiaro che avevano un fascino diverso per la clientela», primo fra tutte quello generato dall’attesa di qualche cosa di unico. Insomma, «magari andrebbero un pochino rivisti, ripensati – conclude –, perché poi il commercio cambia, come tutto».

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