Imola, Pariani assolta: "Un incubo lungo 10 anni"

Archivio

«Oggi finisce un incubo durato 10 anni (di cui 7 di processo, ndr). Mi ha appena telefonato l’avvocato per comunicarmi il rigetto da parte della Corte d’appello di Bologna del ricorso della procura contro di me dopo l’assoluzione in primo grado, per le vicende dei finanziamenti ai consiglieri regionali». A tirare pubblicamente un sospiro di sollievo e rasserenamento è la ex consigliera regionale del Pd imolese Anna Pariani, che ieri, dopo la sentenza di assoluzione che conferma quella già ottenuta in primo grado, ha affidato ai social le sue riflessioni. «Dopo la prima assoluzione nel 2014 e il ricorso assurdo della Procura della Repubblica, sono assolta anche in secondo grado ed in via definitiva. Un processo le cui indagini sono partite 10 anni fa, durato in dibattimento 7 anni, che mi ha visto imputata per peculato su una somma complessiva di 7.500 euro, regolarmente spesi per le mie attività di consigliera regionale. Grazie a chi mi è stato vicino e mi ha sorretto. Stasera brindo a me e… “alla vita, che mi ha dato tanto”». La vicenda era nata nel 2011, un’era politica che sembra ormai lontana anni luce e che vide le Procure di mezza Italia impegnate in controlli a tappeto, dopo gli scandali della pubblica amministrazione in Lombardia, sui fondo delle amministrazioni regionali. «A me vennero in particolare contestate una missione a L’Aquila l’anno dopo il terremoto e un convegno a Roma –spiega l’ex consigliera, da tempo ritiratasi dalla vita politica attiva, in questa causa difesa dall’avvocato Paolo Trombetti –. Scelsi, con il collega Barbieri il rito abbreviato, contrariamente a tutti gli altri, e la Procura ricorse in appello contro l’assoluzione in primo grado, perché il fatto non sussisteva. Ora questa sentenza definitiva solleva me, ma allo stesso tempo dispiace constatare che per sette lunghi anni la giustizia italiana si è dovuta occupare di un caso che era già chiaro dall’inizio, una vicenda politicamente ormai tramontata, peraltro in Emilia-Romagna fu proprio il nostro stesso Consiglio a tagliare vitalizi e spese della politica all’epoca». La vicenda era quella ribattezzata “spese pazze” che aveva visto muovere l’accusa di peculato per i rimborsi chiesti quando anche l’imolese Anna Pariani era consigliera regionale e per la quale la Procura di Bologna aveva chiesto una condanna di un anno e quattro mesi di reclusione. Sotto la lente degli inquirenti erano finite le spese dei gruppi consiliari nel periodo compreso tra giugno 2010 e dicembre 2011 e l’indagine interessò 41 consiglieri.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui