Imola, mezzo secolo di materne e asili comunali

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Mezzo secolo di vita della scuola d’infanzia e quarantacinque anni dei servizi nido. Un traguardo importante per la comunità imolese che ha cambiato e migliorato la quotidianità di diverse generazioni attraverso un precoce percorso educativo, ma ha anche consentito a molte madri di avere una vita lavorativa e migliorare così anche le condizioni famigliari in generale. Un servizio che fin dalla sua nascita nel 1971 ha visto al centro i diritti dei più piccoli in termini di «crescita della singole e uniche identità – spiega il referente del servizio infanzia del Comune di Imola, Daniele Chitti – di qualità dell’educazione offerta, fino ad arrivare al conseguimento del superiore interesse del minore e non quello dei desiderata degli adulti».

Il compleanno e la storia

Dal 1 ottobre al 20 novembre, Imola festeggerà con una trentina di eventi questo sostegno alle famiglie che si persegue dal 1971. Le prime due scuole comunali per l’infanzia sono state la Pambera e la Sante Zennaro, che iniziarono la loro attività nel 1971. In realtà, esempi ne esistevano anche prima: Ponticelli, costruita dalla Banca Cooperativa, passa a gestione comunale nel 1971, e le scuole del patronato come quelle di Sesto Imolese, Sasso Morelli, Selva Zello e Pontesanto. A queste si aggiungono anche 8 materne statali e 7 paritarie con 1.020 iscritti. I nidi d’infanzia, pur seguendo uno schema analogo, trovano il primo bando per le iscrizioni nel marzo 1976 nelle strutture di Campanella, Fontanelle e Zolino, appena edificate. Contemporaneamente, la gestione di 3 strutture Onmi (Sesto Imolese, Saffi e De Rosa) passa al Comune, anche se Saffi e De Rosa, per ristrutturazione riapriranno solo nel 1979. De Rosa fu sostituito nel 1985 dal nuovo nido di Piazza Romagna. Oggi oltre a quelli comunali ci sono anche 10 nido statali e 8 paritari con altre 360 iscrizioni.

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