Imola, l'ex alpino infermiere volontario ai centri vaccinali: "Qui c'è tanto da fare"

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Dare un senso concreto alla solidarietà senza limiti anagrafici e geografici. Questo è quanto ha fatto, e continuerà a fare, l'imolese Raffaele Foschini. Infermiere capo sala del Bellaria, in pensione dal 2016, ed ex alpino, che dal 12 maggio al 12 agosto ha prestato servizio come volontario negli ambulatori del Centro vaccinale del Cus di Dalmine a Bergamo. «Ho risposto a una richiesta fatta dalla sanità alpina lombarda che chiedeva la disponibilità di operatori volontari per effettuare i vaccini in città. Dovevo inizialmente rimanere due mesi – sottolinea Foschini – quindi tornare a casa a luglio, ma visto il grande lavoro che c'era da fare mi è stato chiesto di posticipare la mia partenza di altri trenta giorni». L'impegno dell'ex infermiere proseguirà anche nei prossimi tempi. «Il 4 ottobre – spiega – tornerò di nuovo a Bergamo dove presterò ancora servizio da volontario, per altri due mesi, quindi fino ai primi di dicembre, sempre con le stesse mansioni e nello stesso presidio sanitario. C'è ancora tanto lavoro da fare e con gli stessi medici volontari alpini siamo determinati a continuare in questa opera importantissima». Quella dalla penna nera imolese è un'esperienza «molto emozionante e dura – rimarca lo stesso Foschini – visto che la mole di vaccinazioni quotidiane sono numerosissime. Ogni giorno, divisi in due turni, ogni singolo vaccinatore è in grado di effettuare fino a una settantina di inoculazioni. Ma dirò di più, ci sono stati momenti che questa cifra l'abbiamo quadruplicata arrivando anche a farne 250 ognuno di noi».

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