Il festival Restart salta il turno questo settembre e rimanda l’appuntamento a maggio del 2023 nel parco dell’Osservanza. Un’edizione «più matura» in vista delle 10 candeline che il festival imolese di rigenerazione e di arte urbana compirà il prossimo anno, con una mostra fotografica collettiva dei 10 anni trascorsi. A festeggiare ci sarà anche un writer di fama internazionale ancora top secret. Sarà uno «spartiacque – anticipa il suo ideatore Cesare Bettini, vicepresidente dell’associazione promotrice Noi giovani –. Non siamo più il gruppo di ventenni che diede vita al festival. È il momento di aprire e dare spazio alle nuove generazioni. Non sappiamo come questo influenzerà. Tra ottobre e novembre partirà appositamente un corso gratuito a Ca’ Vaina per far conoscere l’evoluzione del Restart».
Decima edizione
Nell’attesa generale il silenzio sulla tradizionale edizione settembrina cominciava a destare sospetti. E infatti Restart quest’anno non ci sarà: «Con Imola in musica spostato a settembre ci è parso strategico non sovrapporre gli eventi e riempire invece il calendario del prossimo maggio. Inoltre, l’organizzazione sarebbe stata frettolosa. Vogliamo invece realizzare un’edizione più matura, che rispecchi il lavoro maturato in questi 10 anni. L’Osservanza poi è un luogo complesso che richiede un giusto tempo», spiega Bettini.
Niente muri
Una street art senza murales. «Lo spazio è interamente vincolato e questo ci ha spinto a ragionare in modo completamente nuovo, sperimentando – spiega Bettini –. I disegni anziché sui muri saranno su installazioni secondo un progetto flessibile che possa seguire la rigenerazione dell’Osservanza, e cioè l’andamento dei cantieri. Allo stesso modo useremo le tamponature di metallo alle finestre dei padiglioni per disegni temporanei che potranno essere spostati». Le installazioni saranno il fiore all’occhiello: «Renderanno possibile l’accostamento di edifici storici a un linguaggio espressivo contemporaneo. Una soluzione molto adatta alla realtà italiana, con molti siti vincolati, e per ora un unicum – aggiunge Bettini –. Il Restart ha sempre creato contenuti adatti al contesto. Stavolta si adatterà al cambiamento stesso del luogo».
Tempo e generazioni
Il progetto riprende il tema dell’anno scorso, “l’evoluzione”, ma quest’anno sceglie “il tempo”. «Come modifica le città, le persone e le forme artistiche. Vogliamo concretizzare quanto seminato in 9 anni e inaugurare una nuova stagione. Si accorda con l’idea di fare un evento che esca dalla retorica dell’Osservanza città dei matti. Penso che il luogo debba scrollarsi un po’ di dosso questa veste per intraprendere un nuovo percorso», conclude Bettini.