Imola, due infermiere positive in ospedale: polemica sul controllo dei green pass

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I contagi aumentano e ci sono altri due positivi nel focolaio ospedaliero individuato giovedì scorso al sesto piano dell’ospedale Santa Maria della Scaletta: sono due infermiere già vaccinate. «Una situazione comunque non certo paragonabile a un anno fa – sottolinea il primario di oncologia Antonio Maestri, come già aveva fatto nei giorni scorsi il direttore generale Andrea Rossi –. Il focolaio è circoscritto e al momento non c’è un’emergenza per quanto riguarda l’ospedalizzazione, nell’ultima settimana sono stati una dozzina i ricoveri di persone positive per ora ancora inviate a Bologna, a Imola infatti non si sta riaprendo il reparto Covid. Non sappiamo ovviamente cosa potrà accadere nelle prossime settimane in termini di contagio, al momento è certo che il reparto più sottoposto al contatto con pazienti con virus è il pronto soccorso, dove le persone arrivano con i sintomi. Quanto al focolaio del sesto piano, dove fra Medicina e Geriatria sono ricoverati circa 85 pazienti, ad oggi sono 6 i degenti positivi e 2 le infermiere. Il focolaio è stato trovato in persone asintomatiche grazie al monitoraggio periodico che facciamo sui degenti ricoverati tramite tamponi. Pazienti che sono in ospedale per altri motivi come anche le persone decedute, due erano malati terminali e sono morte con Covid ma per altre patologie». Oggi questi sei pazienti sono isolati in un settore apposito al terzo piano, «e le condizioni di alcuni di loro sono buone, tanto che stiamo valutando di dimetterli per proseguire l’isolamento e le cure a domicilio», aggiunge Maestri. Non c’è al momento una data di riapertura alle visite per i reparti del sesto piano, anche perché pare che il virus possa essere stato portato proprio da qualche visitatore esterno.

Controlli green pass

In un certo senso si ricollega a questo aspetto l’intervento del sindacato Fials che nelle ultime ore ha denunciato come «il controllo del green pass all’ingresso della struttura ospedaliera di Imola non viene fatto nei giorni pre e festivi, scaricando la responsabilità e l’onere del controllo sugli operatori dei reparti». Secondo la Fials la situazione sarebbe anomala: «L’azienda ha passivamente demandato il compito del controllo del green pass al personale in servizio in reparto, ma la legge dice altro. L’articolo 13 del Dpcm del 17 giugno 2021 declina chiaramente quali sono le figure autorizzate al controllo della certificazione verde: pubblici ufficiali nell’esercizio delle pubbliche funzioni. Gli infermieri, e più in generale il personale appartenente al comparto sanità, è incaricato di pubblico servizio, ma ad oggi non ha lo status di pubblico ufficiale quindi non può essere impiegato al controllo del green pass e di alcun altro tipo di documentazione».

Il primario di oncologia interpellato in merito commenta: «Che non vengano controllati i green pass non mi risulta. All’ingresso dell’ospedale il check point è presente alle 7 alle 17 , ovvero in orario di ambulatorio, attività che si ferma nel fine settimana. Quindi quando non c’è ambulatorio l’attività di controllo dei green pass su chiunque entri nei reparti è demandata ai reparti stessi».


Interrogazione

Intanto l’argomento è diventato oggetto anche di un’ interrogazione alla Regione da parte del consigliere della Lega Daniele Marchetti: «Se ci sono problemi organizzativi tali da non garantire un adeguato controllo all’ingresso dell’ospedale di Imola in determinate giornate, si trovi una soluzione: non è possibile pensare che il personale sanitario che opera in corsia corsia, già stremato dal lungo periodo di pandemia, sopperisca a queste mancanze controllando ogni singola via d’accesso ai reparti. Sono sanitari, non vigilantes! –dice Marchetti – Non si può avere la pretesa che gli operatori sanitari di corsia, sopperiscano alle mancanze organizzative dell’azienda Usl».


Bollettino

Infine, a Imola nel fine settimana, dal 13 al 15 novembre, sono stati 119 nuovi contagiati, su 1.929 test molecolari e 905 test antigenici rapidi refertati: 11 fino a 14 anni, 25 tra i 15 e i 24 anni, 16 tra i 25-44 anni, 28 tra i 45 e i 64 anni e 39 dai 65 anni in poi; 61 guariti. Sono 456 i casi attivi e 14.251 i casi totali da inizio pandemia.

 

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