Imola, lunedì riapre la piscina. "Ma rischiamo di chiudere subito"

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Domani riapre la piscina comunale dopo la conclusione dell’intervento straordinario, effettuato in settembre, sull’impianto termico, su quello di illuminazione delle palestre, con l’inserimento di lampade a led, sullo studio per la valutazione di vulnerabilità sismica e di altri lavori migliorativi all’interno del PalaRuggi. Un intervento che ha visto la società gestrice mettere sul piatto 400mila euro d’investimento. Interventi che aiuteranno, soprattutto sul versante della gestione quotidiana dell’impianto sportivo comunale e sul risparmio, ma non basteranno a far fronte all’impennata dei costi energetici. La riapertura, quindi, non promette nulla di buono per il futuro degli amanti dello sport acquatico e non solo.

Grande incertezza

«Siamo molto preoccupati – commenta subito il legale rappresentante della Geims Due, Lorenzo Muscari – su come potremo affrontare l’autunno e l’inverno dal punto di vista delle spese per le bollette di luce e gas. Giovedì 6 ottobre proprio su questo tema, su come affrontarlo ed eventualmente su quali decisioni prendere, terremo un consiglio di amministrazione. La situazione è grave, molto grave. Rispetto a un bilancio che chiudeva in pareggio con una spesa per l’approvvigionamento energetico (luce e gas) di circa 350mila euro annui, le proiezioni per quest’anno ci portano a 900mila euro di spese. Ci mancano 600mila euro e da reperire, in una fase come questa, sono un problema da vera e propria voragine incolmabile. Dilazioni, rateizzazioni, proroghe non bastano e non ci permettono certo di risolvere il problema». Muscari prosegue dicendo che «in più le istituzioni pubbliche, Comune in primis, sono informate e ben consce che la struttura più energivora che esiste in ambito sportivo da sola non ce la può fare, il rischio concreto è la chiusura dell’impianto».

Le variabili in campo

Sempre per Muscari per aiutare a uscire da questa voragine energetica «in campo le variabili sono tre. O si trova una soluzione esterna, ma la vedo dura vista la situazione in cui versano enti e istituzioni pubbliche dal punto di vista economico-finanziario, o una soluzione interna. In questo caso intendo con un nuovo protagonismo di soci o finanziamenti specifici, che poi però dovranno essere ripagati. Oppure, e questa è la situazione più drastica, si chiude». Un’altra ipotesi però si affaccia all’orizzonte. Come successo durante il Covid «si potrebbe pensare di ragionare a livello regionale su quali impianti tenere aperti. Da noi durante la pandemia atleti provenienti da Ferrara, Modena, Bologna e Ravenna arrivavano per potersi allenare e così, le poche risorse a disposizione, si concentrerebbero “solo” su alcuni impianti. E’ un’ipotesi radicale ma la situazione generale, in cui più si lavora più si spendono soldi, è veramente impossibile da sostenere a questi livelli».

Fotovoltaico

Sul futuro lo stesso gestore prova a sbilanciarsi. «Una risposta per il contenimento dei costi potrebbe essere quello della copertura del tetto della piscina esterna, visto che è stato finanziato il progetto dal Pnrr, con pannelli fotovoltaici. Stiamo parlando di circa 3.000 metri quadrati di superfice capaci di portare 200 Kw. Ma sono tempi lunghi e soprattutto serve una presa di coscienza comune e collettiva, per esempio con la creazione di comunità energetiche, su questo tema».

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