Imola, delitto Cappai. Due imputati chiedono la messa alla prova

Salgono a due le richieste di messa alla prova che verranno presentate nel corso dell’udienza di lunedì prossimo del processo per l’omicidio di Fabio Cappai, il giovane di 23 anni residente a Castel del Rio ucciso a coltellate in cima alla gradinata del centro sportivo Marco Simoncelli di viale Giovannini poco prima della mezzanotte del 15 luglio. L’avvocato Giovanni Marchi ha rinunciato al mandato per la difesa di R. R., il ragazzo ammesso al rito abbreviato con le accuse di concorso anomalo in omicidio e di lesioni aggravate in concorso nei confronti di un amico di Fabio, e adesso il giovane è assistito da Giovanna Cappello, già legale di J. K., ammesso al rito abbreviato con le stesse accuse.

L’avvocata Cappello aveva già anticipato che avrebbe presentato nuovamente una richiesta di messa alla prova sulla base di nuovi elementi per il suo primo assistito (quella precedente, respinta, era stata presentata dal legale Federica Rossi). E ora annuncia che quella stessa richiesta verrà rinnovata anche per il secondo ragazzo (quella precedente, respinta, era stata presentata dal suo primo avvocato Elena Bassano).

Tre riti abbreviati

Allo stato attuale, il primo imputato ad ottenere l’ammissione al rito abbreviato nel corso della prima udienza del 27 dicembre è stato il giovane di origine sarda, residente a Giugnola, una frazione del comune di Firenzuola, che ha confessato il delitto e che ha fatto ritrovare il coltello in un fosso ai lati della strada a Valsalva, detenuto nel carcere minorile del Pratello di Bologna, dove nel frattempo ha compiuto 17 anni. È accusato di omicidio e di porto d'armi abusivo, ed è assistito dall’avvocato Alberto Padovani.

J. K. ed R. R., invece, hanno ottenuto l’ammissione al rito abbreviato durante l’udienza del 17 gennaio. Il cambio dei loro legali e la conseguente richiesta di un termine a difesa per prendere cognizione degli atti ed informarsi sui fatti oggetto del procedimento nel corso dell’udienza del 27 febbraio hanno portato all’aggiornamento del processo a lunedì prossimo. Anche perché il giudice ha stabilito che le posizioni dei tre ragazzi vengano trattate in maniera unitaria.

Una messa alla prova

Sempre ad oggi, per il terzo giovane che era accusato di concorso anomalo in omicidio e di lesioni aggravate in concorso nei confronti di un amico di Fabio la posizione è stata stralciata, e il ragazzo è stato definitivamente ammesso alla messa alla prova con sospensione del processo per la durata di tre anni durante l’udienza del 27 febbraio. In questi tre anni dovrà seguire un progetto che è stato elaborato assieme ai servizi sociali.

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