Imola, cena solidale al centro sociale per le persone in difficoltà

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I prodotti degli orti degli anziani in tavola per accogliere. Nelle scorse settimane il centro sociale “Orti Bel Poggio”, nell’ambito del progetto finanziato dal Comune in collaborazione con l’Asp "La comunità resiliente: una prospettiva che (s)cambia", ha organizzato un momento di socialità, di accoglienza e di festa per persone e famiglie in difficoltà, per immigrati, e senza fissa dimora, oltre a famiglie fuggite dalla guerra. Una festa di comunità, cenando insieme, ascoltando musica e le storie di tutti, operatori e utenti, giunta quest’anno alla sua seconda edizione, ancora più allegra e partecipata da oltre 60 persone. L’invito alla festa è giunto alle persone attraverso la Caritas diocesana, le Caritas parrocchiali, la Croce Rossa Italiana, la Fondazione Santa Caterina e altre realtà del mondo associativo che quotidianamente si occupano di loro. Questo appuntamento annuale è nato da un’ottima intuizione del direttivo del Centro Sociale Orti che ha tra i suoi compiti anche quello di amministrare gli “Orti per anziani” posti sul terreno comunale adiacente alla struttura del Centro Sociale. Gli “ortolani” (cioè gli anziani che hanno in gestione gli orti) vengono così coinvolti dal Centro Sociale e invitati a donare le verdure e gli ortaggi di stagione affinché siano utilizzati, tramite l’opera di numerosi volontari della cucina, per pietanze colorate e buonissime. La cena che si è svolta alla presenza dell’assessora al Welfare, Daniela Spadoni, del vescovo della Diocesi di Imola, mons. Giovanni Mosciatti, del presidente del Centro Sociale “Orti Bel Poggio”, Giuseppe Maggio e del direttivo del centro sociale, ha visto presenti più di 60 persone, oltre ad alcuni operatori delle realtà che le hanno invitate. «Visitando il centro sociale, il presidente ci ha mostrato un orto assegnato di recente ad una persona con disabilità, facendoci vedere come è stato organizzato per renderlo accessibile. È lo stesso socio ortolano che l’ha reso a sua misura – sottolinea l’assessora al Welfare, Daniela Spadoni –. Vale per noi comprendere come l’inclusione non è aiutare le persone con difficoltà a stare al nostro passo, quanto più adattare le nostre strade affinché chi ha difficoltà le possa praticare».

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