Imola, 2mila ettari di terreni alluvionati. "Raccolti in ginocchio"

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Oltre duemila ettari di terreni coltivati ancora allagati in modo cospicuo. È questo il drammatico bilancio stilato dal Tavolo Verde del Nuovo Circondario Imolese, nel corso di un incontro tenuto ieri, per una prima analisi della situazione post alluvionale. Alla riunione, a cui hanno partecipato gli amministratori locali, le associazioni degli agricoltori, i rappresentanti del mondo della cooperazione, oltre che di funzionari delle bonifiche, Renana e Romagna Occidentale, è emerso che i problemi da affrontare sono su molti livelli e diversi per le zone geografiche (pianura e Vallata) e sono di natura idraulica, legati alla viabilità e soprattutto anche in prospettiva legati alla manutenzione del territorio e alla prevenzione. Come spiega Claudio Franceschi, sindaco Castel Guelfo delegato al Tavolo Verde, «siamo impegnati senza soste nella gestione dell’emergenza, con il comparto agricolo fortemente colpito. In attesa del provvedimento che definirà in maniera chiara le risorse per la ricostruzione delle opere pubbliche, riteniamo fondamentale interloquire con le associazioni agricole, i Consorzi di bonifica e con la Regione per mappare i danni e per iniziare a progettare insieme e al meglio interventi stabili e duraturi che prevengano i danni prodotti dal cambiamento climatico».

Danni alle colture

Per quanto riguarda le colture, si evidenziano perdite della totalità dei raccolti nelle zone alluvionate collegati a problemi di asfissia radicale che comprometteranno anche i frutteti per i prossimi anni, facendo perdere una significativa percentuale delle alberature. Si somma a questo il problema dei trattamenti fitosanitari, che in molti casi hanno perduto la loro efficacia pur essendo state raggiunte le quote annuali, mentre le piante hanno già manifestato segnali di malattie. «Occorrono pertanto deroghe mirate in questo senso – spiegano dal Circondario – e la previsione di metodologie innovative come quelle che utilizzano i droni, ma in modo rapido e burocraticamente semplificato». I danni purtroppo saranno anche indiretti, in quanto i consorzi di bonifica hanno subito danni per allagamenti agli impianti e non possono in questo momento garantire l’irrigazione necessaria in oltre 1.500 ettari di terreno non colpiti dall’alluvione. «Gli interventi dovranno essere tempestivi e adeguati per non perdere anche molte aziende nel territorio con attenzione anche a calmierare il mercato degli affitti agricoli e alle assicurazioni, oltre che sulla perdita di superficie agricola utile nelle zone collinari interessate dalle frane». «Come Nuovo Circondario – termina il sindaco di Castel San Pietro, Fausto Tinti – abbiamo avviato il percorso per la redazione del Pug in forma associata e dobbiamo utilizzare questo strumento di pianificazione per prevedere la realizzazione di opere necessarie alla salvaguardia del territorio, come casse di espansione (anche utilizzando le cave dismesse) e interventi con i privati per il monitoraggio e la pulizia degli alvei dei fiumi».

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