Il sindaco di Rimini: "Sviluppo verticale per gli hotel in disuso"

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«Siamo ancora leader in Italia nel comparto ricettivo, ma non possiamo sederci sugli allori. C’è la necessità di introdurre ancora più qualità, ricchezza di servizi e valore ambientale. Per questo dobbiamo guardare in alto, innovando il nostro storico modello di utilizzo di suolo in orizzontale». Il sindaco Jamil Sadegholvaad entra nel merito del dibattito sulla riqualificazione alberghiera in fascia turistica. A partire da quelle strutture ormai marginali se non abbandonate, che qualcuno quantifica in circa 300 unità. E lo fa lanciando una proposta, “visionaria”, ma tuttavia di non difficile realizzazione, quella degli “alberghi dallo sviluppo verticale”. Spiega Sadegholvaad: «Vorrei precisare subito una cosa: non sono una persona e, soprattutto, un amministratore dalle vedute talebane, uno che “queste sono le mie idee… Punto!”, ma uno che ama il confronto, il dibattito, e, soprattutto, la condivisione. Per cui rispetto e comprendo chi parla di espansione immobiliare, di creazione di appartamenti turistici o di civile abitazione, “piuttosto che tutti questi hotel chiusi e degradati in zona mare”. Il punto però è un altro – aggiunge –, è quello della vocazione turistica dell’area ricompresa tra il lungomare e la ferrovia. E tale deve restare. Perché lo sviluppo immobiliare andrebbe logicamente a ostacolare quello turistico. Insomma, visioni incompatibili». Osserva, allora, il primo cittadino: «Visto che come amministrazione puntiamo sulla continuità urbanistica in chiave turistica della zona mare, riteniamo che sia necessario dover fissare delle premialità mirate a incoraggiare gli albergatori già attivi, che ancora non l’avessero fatto, a investire sulle proprie strutture. E gli imprenditori e le grandi società a venire ad investire a Rimini».

Sadegholvaad chiarisce: «Ci sono anche grandi catene alberghiere – sottolinea il sindaco – che si sono fatte vive per imbastire un discorso di nuovi investimenti in città. Ma perché questa intenzione possa concretizzarsi dobbiamo permettere loro di trasferire volumetrie esistenti di pensioni fuori mercato, da demolire previo acquisto, così da liberare porzioni di suolo e ottenere adeguate premialità in termini di volumi per servizi o per un congruo numero di camere. Perché così chiedono, ad esempio, le grandi aziende che organizzano fiere o congressi a Rimini o i grandi tour operator internazionali: hotel con un numero importante di camere».

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