Il sindaco di Rimini: "Benvenuti amici Alpini"

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Dopo Milano, Rimini. Dopo la capitale italiana dell’economia, la capitale italiana del turismo. Due città a confronto, due realtà diverse, ma legate dagli stessi valori: accoglienza e solidarietà. L’Adunata degli Alpini, il grande evento, che ogni anno (tranne gli ultimi due, 2020 e 2021, contrassegnati dallo stop-Covid), veicola centinaia di migliaia di penne nere nella sede individuata per la sfilata (l’ultima, quella nel capoluogo lombardo, risale al 2019), è anche questo: l’affinità dei luoghi con lo spirito degli alpini e la condivisione dei valori cari alle penne nere, quelli dell’accoglienza e della solidarietà che sono anche i segni distintivi del dna dei milanesi e dei riminesi. Insomma, un idem sentire di cui il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, va più fiero: «Ospitalità e fratellanza sono valori non negoziabili e che la gente di Romagna porta con sé da sempre. Insieme al sentimento democratico e al forte senso di comunità».

Sindaco, cosa rappresenta per Rimini l’Adunata degli Alpini?

«Una prima volta, un onore, un orgoglio, un traguardo, il compimento di un grande lavoro di squadra. E in più, con due anni di forzato ritardo, un risarcimento simbolico e una altrettanto simbolica rinascita. Prima di ogni discorso sull’organizzazione, sulle presenze turistiche, sull’economia che gira di fronte a uno dei tre maggiori eventi popolari che si svolgeranno nel 2022 in Italia, stanno queste considerazioni diciamo nobili. Non è per piaggeria ma per Rimini l’Adunata degli Alpini torna a dare finalmente il senso di una festa condivisa, il ritorno alle piazze dopo le stagioni buie del ‘tutti a casa’».

La gente di Romagna e il corpo delle “penne nere” tengono alti gli stessi valori, quelli della solidarietà e dell’accoglienza: matrimonio perfetto?

«Sì, un matrimonio perfetto. Questa, del resto, era stata la molla e la motivazione principali allorché decidemmo di proporre la candidatura della nostra città. Ma i tempi che stiamo vivendo aggiungono una considerazione ulteriore sul valore di parole come solidarietà, patria, valori di comunità, cui spesso sino a ieri davamo scarso peso o svuotavamo di senso e di sostanza».

In un periodo di guerra e morte come quello che stiamo vivendo, che messaggio manda questo grande evento?

«Il messaggio principale è quello della comunità e cioè la condivisione di una serie di valori non negoziabili, il principale dei quali è la passione per la democrazia. In questa direzione va il sottotesto, diciamo ludico della festa: riproviamo a vivere insieme, a stare l’uno accanto agli altri, a condividere giorni di allegria, di colori, di festa dopo un lungo periodo di esistenze individuali, snodate lungo una routine a preminente trazione individuale e casalinga. Molte volte si è criticato e ironizzato sul labile senso dello Stato da parte degli italiani. Ogni popolo è figlio della propria storia ma personalmente non mi convincono più di tanto queste letture psicoanalitiche applicate a decine di milioni di persone. Rischiano di concludersi in uno stereotipo. L’Adunata degli Alpini in un certo senso riscatta queste interpretazioni con la forza della realtà: saremo in migliaia a scendere in piazza con le penne nere in quello che può essere inteso anche come un messaggio preciso sulla partecipazione della comunità nazionale ai tempi drammatici che stiamo vivendo».

Come si presenta la Capitale italiana del turismo per l’occasione, sfoggia il suo abito migliore? Quale?

«Rimini è pronta. Rimini ha lavorato duramente, anche nei mesi in cui il Covid pareva avere azzerato definitivamente la data della nostra città, affinché l’Adunata si svolgesse in un clima di festa e di partecipazione. Dal punto di vista organizzativo la macchina messa in moto insieme agli Alpini, alla Prefettura e a tutti i soggetti istituzionali e privati coinvolti non si è mai fermata un secondo. Abbiamo predisposto piani di controllo degli enormi flussi di persone, cercando di tenere una connessione reale con il tessuto urbano e dei residenti. Questa non può e non deve essere una manifestazione blindata a ingresso esclusivo».

Sindaco, l’Associazione nazionale Alpini ha stimato 450 mila arrivi per questi giorni, la città riesce ad assorbire, senza problemi, così tanta gente?

«E’ una festa. Sembra banale dirlo ma così è. Questo clima deve essere alimentato e mantenuto nelle diverse giornate, attraverso il combinato disposto dell’organizzazione e della flessibilità: 450mila presenze nell’arco di pochi giorni sono una massa enorme di persone che però mai e in nessun caso deve rappresentare un problema per Rimini. Certo, disagi ci saranno, nonché criticità che via via potrebbero saltare fisiologicamente fuori. Ma detto ciò sono sicuro che i riminesi colmeranno con il loro entusiasmo queste situazioni perché oggi a vincere è Rimini e la sua comunità».

Potrebbe essere questa la prova del nove per la gestione della sosta sul lungomare?

«Direi che non sono questioni comparabili, sia per dimensione di un evento con numeri e fase temporale straordinaria, sia per la natura radicalmente differente del tema permanente di qui in poi della gestione e del miglior utilizzo di un’opera straordinaria come il Parco del Mare. L’unico punto di contatto, se così vogliamo dire, è che a regime, e cioè quando la corona della sosta intorno al parco del Mare sarà completata, tutti questi grandi eventi popolari potranno trovare un naturale teatro nel lungomare più bello del mondo».

L’8 maggio è prevista al Romeo Neri la partita di calcio Rimini-Seravezza, importante per la corsa promozione dei biancorossi. Potrebbero esserci problemi?

«Abbiamo lavorato con Prefettura e Rimini Calcio per trovare la migliore soluzione e risolvere i possibili problemi. Personalmente, la mia opinione è sempre stata quella di fare giocare la partitanel suo stadio naturale. E’ un match importante, non sarebbe giusto spostarlo altrove».

Secondo l’Osservatorio turistico regionale, l’Adunata può portare un indotto di 145 milioni di euro: può essere davvero il momento della rinascita economica dopo due anni di pandemia?

«Sì, ne sono convinto. La Pasqua e il ponte del 25 aprile sono già stati due bei test, superati a pieni voti dal sistema turistico riminese che ha fatto il sold out. L’Adunata degli Alpini è il piatto forte di un maggio che per quantità e qualità degli eventi programmati per Rimini sarà un Ferragosto da pienone. E anticipa una estate sulla quale, lo dico con le dita incrociate, ho molta fiducia. E mi fermo qui».

Sadegholvaad, la battuta sorge spontanea: uno pensa agli alpini e immagina montagne innevate, poi vedi Rimini e trovi sole, spiagge e mare...

«Bella domanda. Sa cosa le rispondo? C’è una bellissima canzone di Lucio Dalla che si intitola ‘Stella di Mare’ e che forse potrebbe essere la colonna sonora di questa anomala adunata a due passi dal mare e dagli ombrelloni. La stella alpina e il rumore delle onde non solo stanno bene in una canzone o in una piazza ma rappresentano una vocazione eterna dell’uomo. E cioè quella di nutrire le differenze per crescere, per migliorare».

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