Il sindaco di Pennabilli: "Lo stop agli immigrati? Lo chiedono i cittadini"

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«Lo stop agli immigrati? È la cittadinanza a chiederlo». Ha fatto scalpore la decisione del sindaco di Pennabilli, Mauro Giannini, che venerdì scorso ha emanato un’ordinanza fissando sanzioni da 1.500 a 15mila euro per i proprietari (o gestori) di immobili che ospitino migranti senza avvertire entro 48 ore il Comune. Amministrazione che chiede aggiornamenti ogni 15 giorni sul numero dei presenti in ogni struttura, oltre a provenienza e stato di salute. Giannini chiarisce di aver agito in veste di «autorità sanitaria locale nonché organo dello Stato», appellandosi all'articolo 50 della legge 67 del 18 agosto 2000, per bloccare il flusso «di richiedenti dello status di profugo o altra protezione umanitaria» che molto spesso versano «in situazioni di povertà e hanno bisogno di assistenza socio sanitaria». Nodi che, non la manda a dire, «si riversano sulle amministrazioni ospitanti anche per la tutela della sicurezza pubblica» senza dimenticare la necessità di accogliere in edifici «rispettosi delle normative igieniche e conformi alla normativa urbanistica che vige in ogni territorio». Una soluzione, spiega ancora il sindaco, per fronteggiare le decisioni delle prefetture che si rivolgono a determinate associazioni ma «all’insaputa dei Comuni ospitanti».

Il sindaco

Contattato il primo cittadino, va dritto al punto: «Non abbiamo la possibilità di offrire una vita dignitosa a chi viene da fuori. La mia posizione è quella della cittadinanza. Do voce al popolo che anni fa raccolse in due giorni 500 firme contro l'arrivo degli extracomunitari». Poi mette i puntini sulle “i”: «Non ho modo di bloccare le ondate migratorie ma ci proverò in tutti i modi, sempre nel rispetto delle leggi. Quanto alle misure adottate, sono volte a fermare gli ingressi non a monitorarli».

La zanzara

Sempre venerdì il primo cittadino è stato raggiunto dalla telefonata di David Parenzo e Giuseppe Cruciani, conduttori della trasmissione “La zanzara” in onda su Radio 24. Nel mirino non è finita l’ordinanza, di cui ignoravano l’esistenza, ma le ultime uscite del tipo: «Se arrivano i profughi, mi dimetto da sindaco». Il botta e risposta è stato serrato. «Ho espresso la mia contrarietà – ha spiegato l’amministratore – perché se i profughi occuperanno i soli due alberghi che abbiamo ne deriveranno preoccupazioni sia per la cittadinanza che per il turismo». Parenzo grida alla vergogna ricordandogli che è un rappresentante delle istituzioni, non un influencer. Più conciliante Cruciani nel ruolo del poliziotto buono durante l’interrogatorio. Quanto a Giannini non si scompone: «Siamo un piccolo Comune di montagna, cosa farebbero i profughi tutto il giorno? Impossibile garantir loro una degna esistenza». Parenzo gli ricorda che si è scagliato contro un governo «capace di alimentare la guerra in Ucraina ma non di fermare quattro mosconi in mare», ma lui risponde a tono e a Cruciani, che chiede la ricetta contro gli sbarchi, propone «il blocco navale contro i clandestini, l’affondamento dei barconi vuoti e la pena di morte per gli scafisti».

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