Il musicista anti green pass: "Non sono un negazionista del Covid"

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Maggiori restrizioni per le persone che non si sono vaccinate nel passaggio alle zone gialla e arancione? Le associazioni di categoria e i gestori degli impianti sportivi (dove il tampone non sarebbe più sufficiente per entrare) si dividono sulla proposta che alcuni presidenti delle Regioni si apprestano a sottoporre al Governo per scongiurare ulteriori chiusure durante le festività di Natale.


«Il male minore»

«A nessuno farebbe piacere allontanare una parte del Paese dalla vita economica e sociale – premette Gianni Indino, presidente di Confcommercio Rimini –. Di fronte a possibili o a inevitabili nuovi divieti, però, si rende necessario scegliere il male minore e trovare soluzioni alternative alle chiusure. Questo significa più restrizioni per le persone non vaccinate o un super green pass? Non è possibile vanificare la scelta di responsabilità che ha compiuto l’85% della popolazione che ha fatto il vaccino. In questo momento, grazie al green pass, l’Italia è fra le pochissime nazioni in Europa che possono contare su una situazione migliore».

Ma c’è anche, e soprattutto, una motivazione di carattere economico: «Il Natale e il Capodanno rappresentano il 30-35% del fatturato delle nostre attività – osserva –. Non ci possiamo assolutamente permettere di perdere questa occasione per la seconda volta. Abbiamo già dato. E altre chiusure rappresenterebbero la morte del commercio e di moltissime imprese. La ripresa a cui stiamo assistendo andrebbe a farsi benedire».


«Rafforzare le misure in atto»

«Non metto assolutamente in dubbio l’importanza della vaccinazione. Purtroppo, però, il vaccino non è una garanzia assoluta di blocco del contagio – commenta Fabrizio Vagnini, presidente di Confesercenti Rimini, che ha vissuto in prima persona l’esperienza di un’intera famiglia contagiata nonostante tutti avessero già ricevuto la seconda dose –. Per cui mi chiedo: i maggiori divieti per le persone non vaccinate sono veramente utili e sufficienti? E’ un punto interrogativo che lascio».

Sicuramente, «qualcosa bisogna fare, perché i contagi stanno salendo nuovamente – continua –. Magari si potrebbe non abbassare la guardia e rafforzare il controllo sull’utilizzo della mascherina, sul distanziamento e sulle misure di contenimento che sono già in vigore».


«Assicurare il futuro»

«Naturalmente ci auguriamo che non si arrivi a ulteriori chiusure né ad altre restrizioni per nessuno – premette Davide Ortalli, direttore della Cna di Rimini –. Ma in quel caso non vedo altra possibilità se non quella di assicurare prima di tutto la salute pubblica. Senza tranquillità, non c’è futuro neanche per le imprese».

Gli impianti sportivi

«Chiaramente, se così fosse dovremmo adeguarci. E la nuova misura non rivoluzionerebbe la situazione – osserva Mattia Rossi, direttore della piscina comunale di Forlì, in cui su una media di 400-500 utenti controllati quotidianamente solamente il 15% non si è vaccinato –. Certo, dispiacerebbe non poter garantire a una fetta di popolazione un servizio che è comunale nonostante la gestione sia privata, specialmente dopo gli sforzi fatti per garantire tutte le misure di sicurezza e i controlli».

«Nel caso, prenderemo atto di queste nuove decisioni che si aggiungono a quelle che hanno già messo in ginocchio il nostro settore – commenta Maurizio Tassi della palestra Energy a Meldola, dove circa il 10% degli utenti accede dopo essersi sottoposta a tampone – I clienti non vaccinati non vengono da noi già da diverso tempo: sottoporsi agli screening ha un costo e sicuramente una spesa aggiuntiva, per cui la palestra non è più una priorità anche se praticare attività fisica dovrebbe essere importante per un discorso di benessere e salute».

Dice che non si aspettava «tutto questo polverone». E sostiene anche che «non è stato fatto nessun comizio anti-vaccini: solo poche parole contro il green pass». Una manciata di parole su un tema roventissimo quelle del violoncellista Mauro Valli - nato a Sant’Agata Feltria e docente al conservatorio di Bologna - dette davanti a una nutrita platea proprio nel capoluogo felsineo, dove l’altra sera ha tenuto un concerto con musiche di Bach e alla fine, anziché fare il bis, si è fermato per scagliarsi «contro il green pass e questa», sostiene lui, «mancanza di libertà». Una improvvisazione poco gradita dagli organizzatori dell’evento, sulla quale però Valli, a distanza di un paio di giorni, non sembra avere alcun pentimento: «Io non ho mai fatto accenno ai vaccini», aggiunge una volta contattato al telefono, «ma solo ai green pass, e non sono un negazionista: il virus esiste e bisogna fare attenzione». Resta il fatto che Valli, nella sua uscita, ha detto che non farà più concerti da solista «finché sarà limitata la mia libertà». Lui, tra l’altro, ha anche il green pass: «Un controsenso, lo so, ma ce l’ho solo per non perdere il mio lavoro: anche io ho una famiglia». E sul capitolo vaccini, a domanda esplicita, risponde secco: «No, non sono vaccinato, ho il green pass perché mi sottopongo ai tamponi e seguo tutte le regole per averlo; potrei anche fare il vaccino, ribadisco di non essere un negazionista, ma il fatto è che ho paura, ho paura di eventuali controindicazioni e reazioni avverse».

Roberto Iovine, docente universitario, direttore del dipartimento medico dell’Ausl, e organizzatore della serata, ha condannato quanto accaduto e ha parlato di «una imboscata, o che affronto quotidianamente in ospedale il problema del Covid, mai mi sarei immaginato una cosa del genere».

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