Il legame di Forlì con Sant'Antonio di Padova

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A Forlì entrano nel vivo le celebrazioni per gli ottocento anni di S. Antonio di Padova, che dal 1221 al 1222 visse per oltre un anno all’eremo di Montepaolo e il 24 settembre 1222 tenne a Forlì la sua prima predica pubblica. In città, il vertice del culto antoniano era e rimane un edificio centralissimo, a due passi da piazza Saffi: la settecentesca chiesa del Suffragio. Al Divo Antonio, morto a Padova il 13 giugno 1231 e canonizzato a Spoleto il 30 maggio 1232 da papa Gregorio IX è, infatti, dedicata la prima cappella a destra (entrando dall’accesso principale). L'altare in marmo venne costruito nel 1762 a spese del nobile forlivese Giuseppe Pontiroli. La sovrastante tela, dipinta dal sacerdote don Simone Campagnoli, della scuola del Cignani, rappresenta “Antonio di Padova dinanzi alla Vergine”. Il santo è raffigurato inginocchiato davanti a un altare, con le braccia allargate e lo sguardo rivolto in alto al Bambino Gesù, che sembra dirigersi verso di lui e con la Vergine che fa un gesto di benevola accoglienza. Nel quadro non mancano due attributi iconografici associati all'immagine di Antonio: il libro, allusivo della sua sapienza e il giglio, simbolo di purezza. Degni di attenzione anche i due grandi vasi marmorei sormontati “da un trionfo di fiori”, posti ai lati del quadro, recanti scene in altorilievo relative alla vita del santo. La forte devozione forlivese per l’umile frate portoghese è testimoniata anche dall’istituzione, nel 1895, della Pia Opera del Pane dei Poveri o di S. Antonio, con le due interessanti cassette della “Dimanda”, ove veniva posto il biglietto con la richiesta al Santo, e dell'“Offerta”. La chiesa del Suffragio, retta dal 2001 da don Paolo Giuliani, in passato è stata teatro di grandi celebrazioni antoniane.

(L'articolo completo sul Corriere Romagna oggi in edicola)

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