"Il dono di Palanti", nuovo libro di Massimo Previato

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Promotore di tour letterari come “Tempo d’amare”, scrittore e giornalista cervese del Corriere Romagna, Massimo Previato è tornato in libreria con un nuovo libro. La sua ultima uscita con la società editrice Il Ponte Vecchio è il romanzo Il dono di Palanti: un libro di guerra e pace, sogni e delusioni, realtà e fantasia.

Ambientato nel periodo tra la Prima guerra mondiale e il Ventennio, intreccia le vite dell’artista Giuseppe Palanti e del tipografo Carlo Saporetti. Entrambi amano l’arte e la bellezza, e nutrono insofferenza nei confronti del potere; le loro battaglie li accomunano nei loro ideali e nella loro tenacia, vedendoli impegnati su diversi fronti, ma con un unico alleato: la natura.

Previato, da dove nasce l’idea di scrivere questo romanzo?

«Volevo parlare di un periodo drammatico per la storia nazionale e anche locale, che va dalla Prima guerra mondiale al Ventennio, ora purtroppo di grande attualità. Ma soprattutto legare queste vicende a due personaggi che ne sono stati protagonisti, seppure in vario modo: Giuseppe Palanti e Carlo Saporetti. Il romanzo serve per immaginare, traendo spunto dalla realtà, alcuni aspetti ancora sconosciuti di quel periodo. Per rivivere momenti che sono un po’ sbiaditi nella memoria».

Perché ha deciso di rendere protagonista del libro proprio il personaggio di Giuseppe Palanti?

«Perché Palanti è stato non solo un artista di livello internazionale, ma ha fondato Milano Marittima. Occorreva quindi tracciare le tappe fondamentali della sua vita ma pure scoprirne i lati oscuri, le svolte, gli aspetti esistenziali, il travaglio psicologico di fronte a certi avvenimenti. Palanti era leopardiano, nel senso che voleva contemplare la natura ma non pensarla: gli interessava rappresentarla come un semplice apparire, senza concetti. Il suo esempio di moralità è tuttora un punto fermo».

Cosa lo connette all’altro protagonista del libro?

«L’idealismo e la poesia. Entrambi hanno sognato un mondo migliore, Palanti salvando la pineta dagli speculatori e Saporetti lottando contro le ingiustizie. Ma alla base vi è quella umanità che unisce le persone ed è sempre stata la loro filosofia di vita. Si sono trovati dalla stessa parte pur non sapendolo, perché li univa un filo sottile: far parte di questa grande rappresentazione che è il mondo e cercare di raccontarlo».

“Il dono di Palanti” è un libro che «fonde realtà e fantasia». Come è stato il processo di ricerca per i fatti e il periodo storico attorno a quale è legata questa storia?

«Mi sono avvalso di molti documenti, che per quanto riguarda Palanti sono stati prodotti nel corso del tempo. C’erano insomma delle tracce da seguire, e la nipote Paola Motta Romagnoli mi ha indicato la strada giusta. È stata lei comunque a svelarmi alcuni episodi fondamentali, sconosciuti al pubblico. Per quanto riguarda Carlo, era mio nonno. Ma non solo; infatti mi ha lasciato un archivio di documenti sulla sua vita che sono preziosissimi anche per approfondire le notizie che ci sono pervenute dal fronte della Prima guerra mondiale. Inoltre è stato un antifascista con tutto ciò che ha comportato, non solo di sofferenza, ma anche in termini di testimonianza diretta».

Massimo Previato, “Il dono di Palanti”, Il Ponte Vecchio, Cesena, 2023, pp. 200, euro 15,00

Venerdì la presentazionedel libro

Il giornalista cervese Massimo Previato presenta il suo ultimo libro “Il dono di Palanti” venerdì 19 maggio alle 20.30 all’hotel MarePineta di Milano Marittima. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Biblioteca Maria Goia e con AgendaFilosofica. Il libro è ispirato alle figure del tipografo Carlo Saporetti, nonno di Previato, e del pittore Giuseppe Palanti, che ebbe l’intuizione del progetto che prevedeva la nascita della “città giardino” di Milano Marittima.

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