Rimini, il destino delle colonie marine, forum aperto al consiglio comunale

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Colonie marine, quale sarà il loro futuro? Prosegue la settimana di incontri dedicati alla riflessione sul tema delle colonie marine, sul loro futuro e sulle prospettive di queste imponenti strutture sorte in epoca fascista. Un patrimonio architettonico e storico di inestimabile valore, intorno al quale graviterà oggi la terza iniziativa in programma: un forum aperto alla città (che sarà possibile seguire anche in streaming sul sito del Comune di Rimini nella sezione dedicata all’attività del consiglio comunale) sul loro recupero e su un loro riutilizzo capace di esprimerne le potenzialità, strappandole dallo stato di decadenza in cui versano da decenni. Oggi a partire dalle 18, nell’aula del consiglio comunale, si terrà un forum dedicato al ruolo che le colonie possono rivestire un domani per la riviera, quali volani per la riqualificazione urbana e ambientale del territorio, nonché di crescita per l’economia e il lavoro. Alla tavola rotonda, moderata dal presidente della commissione Cultura Michele Lari, saranno presenti il sindaco Jamil Sadegholvaad, l’assessora della Regione Emilia-Romagna Barabara Lori, l’assessora del Comune di Rimini Roberta Frisoni, lo scrittore Stefano Pivato, il presidente del comitato “Rimini 2026” Giorgio Tonelli, la presidente dell’Ordine degli architetti di Rimini Gabriella Filomena Marangelli, il presidente del Palloncino rosso Luca Zamagni e Carmelo Mario Lanzafame di Rimini Sparita. I lavori saranno aperti dai saluti della presidente del consiglio comunale Giulia Corazzi. Oggi è anche l’ultimo giorno in cui alla Galleria dell’Immagine sarà possibile visitare la mostra documentaria “Colonie per l’infanzia sulla Riviera Romagnola. Pedagogia e architettura di regime”. L’esposizione è curata dagli Istituti per la storia della Resistenza ed età contemporanea di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna. La mostra, accompagnata dalla proiezione di filmati Luce dell’epoca, prende in esame i diversi organismi coinvolti nella progettazione e nel funzionamento delle colonie per l’infanzia in età fascista, quando il regime compì un imponente sforzo per la loro costruzione, spesso affidata a grandi architetti, non solo per ragioni di consenso sociale, ma per temprare le nuove generazioni al carattere militare che Mussolini voleva infondere ai nuovi italiani.

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