Il Cristo di Verucchio, un affresco eccezionale

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Il capo reclinato sulla spalla destra e incorniciato da una grande aureola decorata, il volto dolente, gli occhi chiusi, le braccia incrociate sul costato, le mani segnate dai chiodi della croce, è così che compare il commovente Cristo in pietà affrescato in una nicchia posta dietro al coro ligneo della chiesa francescana di Santa Croce a Villa Verucchio. Si tratta di una incredibile scoperta avvenuta per caso, a metà del 2021, durante dei piccoli lavori di ordinaria manutenzione da parte di padre Federico di una delle lampade, che illumina le letture che i frati compiono, oggi come allora, seduti sulle panche del coro ligneo posto a coronamento dell'abside della chiesa del convento francescano più antico dell'Emilia-Romagna.

Così padre Federico, originario della provincia di Padova, accostandosi alla parete per recuperare il filo della luce scorge una protuberanza, l’apice di una nicchia, incuriosito si ingegna, cala dietro al coro il cellulare, e gira un video, portando alla luce una incredibile scoperta, celata per circa 500 anni. Alla luce di questo rinvenimento, il padre guardiano Bruno Miele rende edotta la Soprintendenza e chiamato a raccolta il comune di Verucchio, la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e il Rotary Club di Rimini per dare subito avvio al tavolo di lavoro sotto la supervisione tecnica dell’architetto Claudio Lazzarini e storico-artistica del profesor Alessandro Giovanardi.

La prossima settimana prenderanno avvio i lavori della durata di circa due mesi, da parte del restauratore Romeo Bigini. Si procederà smontando la parte interessata del coro e schermando l’area lavori. Una volta svelato il dipinto si procederà con le indagini e i relativi lavori di restauro, per finire con la realizzazione di un elemento di protezione così da renderlo fruibile.

«Aggiungere un altro capitolo al convento è davvero emozionante – chiosa la sindaca di Verucchio, Stefania Sabba – poiché questo luogo racconta di san Francesco e della nostra comunità e dei tanti pellegrini che da qui iniziano la prima tappa del cammino».

«La fondazione ha da sempre a cuore il nostro territorio – spiega il Presidente della Fondazione – una via prediletta per sostenerlo avviene attraverso interventi di recupero anche di opere d’arte. Questo è un esempio emblematico del buon fare da parte della sensibilità di alcuni uomini che si sono adoperati per dare un servizio alla comunità».

«Infatti – dichiara Luca Gasparini, presidente del Rotary – questo intervento iniziale fa parte della nostra progettualità come service, che richiederà ulteriori aiuti».

E come evidenzia il restauratore: «Il coro è fatto a incastri, unico punto di ancoraggio è nell’estremità, togliendola dovremmo riuscire a smontare il tutto. Capita di rado la fortuna di trovare un affresco ben conservato».
E Giovanardi: «Il Cristo in pietatis ci appare di grande potenza, quasi sicuramente databile tra la seconda metà del 1300 e l'inizio del 1400; con quest’opera aggiungeremo un tassello nella storia dell’iconografia».

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