Il Battisti 2 di Morgan in concerto «Concettuale, assurdo, bellissimo»

In fondo è la prima volta che ascoltiamo queste canzoni cantate come si deve dal vivo, perché lui non ha voluto né potuto farlo. Il “secondo” Lucio Battisti, il Battisti 2, quello dopo Mogol, che prova a comporre, dapprima con la moglie Grazia Letizia Veronese (ha casa a Rimini: chissà se ci sarà stasera?), le canzoni del primo album post – dal titolo “E già” – e poi trova in Pasquale Panella il nuovo alter ego per realizzare i successivi 5 dischi (“Don Giovanni”, “L’apparenza”, “La sposa occidentale”, “Csar” e “Hegel”), gli ultimi prima dell’addio.
È questo Battisti che Morgan maneggerà stasera al teatro Galli per la rassegna Percuotere la mente della Sagra musicale malatestiana. Insieme a quel geniaccio incompiuto di Marco Castoldi ci saranno Simona Molinari, Chiara Galiazzo e Filippo Graziani (figlio di Ivan) per celebrare il cantautore a 80 anni dalla nascita, accompagnati dall’orchestra d’archi e dalla band di Rimini Classica.
Naturalmente sarà un omaggio in stile Morgan, uomo dalla cultura musicale sconfinata (forse solo Bollani gli sta al passo in Italia – e sarebbe bello vederli fare qualcosa insieme!). Sicché l’approccio sarà intellettuale come da par suo e come merita il Battisti che provò per la seconda volta nella sua breve vita, a innovare la musica non solo italiana: David Bowie lo definì il più grande compositore esistente…
Morgan condivide e presenta il suo concerto con queste parole: «Eccoci al Battisti dell’assurdo. Tra mille anni ancora si chiederanno cosa voleva dire questa negazione, questa esclusione. Questo è il Battisti concettuale che non contraddice quello sentimentale, ma se lo mangia e lo digerisce. L’allievo supera il maestro perché sono la stessa persona. E si fagocitano in loop. A Battisti non importa del pubblico perché stenta a capirlo e sparisce dalle scene ma continua a fare canzoni sempre più assurde. Quella con Panella è un’implosione incomprensibile. Gli ultimi 5 dischi detti “bianchi”, opere d’arte, arrivano prima dell’esplosione dell’elettronica, e Battisti fa elettronica! Così com’era stato rock durante il periodo d’oro della musica acustica. Battisti è un maestro dell’arrangiamento, aveva già disintegrato la disco music elevandola a canzone d’autore. E ora lo fa con la techno, lui ha la musica, lui È la musica!».
A molti il Battisti 2 non risultò digeribile: senza hit, senza testi e musiche da poter suonare alla chitarra e cantare a squarciagola sulla spiaggia col falò acceso per conquistare la più bella della compagnia: «Le bionde trecce e gli occhi azzurri e poi…». Come si fa a cantare “Cosa succederà alla ragazza”?: «L’alba, la barba, la curva della gola, rasoiate che sono orli di gonna»… Ma a molti invece piacque da morire, così com’era piaciuta alla generazione precedente “Il tempo di morire” («tra le tua braccia così, domani puoi dimenticare ma adesso, adesso, adesso dimmi di sì»): una roba mai sentita prima!
Lucio era sempre stato avanti, e – consentite il romagnolismo – di un bel po’! Ha ragione Morgan quando dice che lui era la musica: tant’è che quando cantava i testi romantici di Mogol, era il cantautore per eccellenza; e quando invece cantava quelli di Panella era un ectoplasma allucinato, uno che alla consolle non avrebbe sfigurato rispetto ai dj divi di oggi nei grandi raduni all’aperto come poi avvenuto. Anticipatore per costituzione.
Il mogoliano Battisti 1 lo conosciamo fin troppo bene. Mentre il panelliano Battisti 2 merita un approfondimento, questo è il pregio del live di Morgan: far comprendere la bellezza, la genialità anche del secondo periodo a quelli ancora nostalgici della “Canzone del sole”. Due artisti in uno, e nessuno dei due cancella l’altro. Lucio avrebbe potuto ripercorrere decine di volte la strada conosciuta, avendo sempre più successo. Ma si sarebbe ripetuto e questo per lui era imperdonabile: un vero artista non è quello che fa sempre lo stesso disco (e ce ne sono!) ma quello che fa sempre qualcosa di nuovo.
Chissà se Velezia (pseudonimo della moglie di Lucio) sarà contenta almeno di questo omaggio: di solito no… Certo se ne beerà il pubblico: quando Morgan suona musica che non è sua, lo fa in una maniera impeccabile come ha già fatto con Franco Battiato.

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