Cesena, i vertici del Credito Cooperativo Romagnolo: "Ci chiariremo coi soci"

I vertici del Credito Cooperativo Romagnolo continuano a gettare acqua sul fuoco, garantendo che il bilancio è solido e che la raffica di dimissioni sarebbe dovuta semplicemente «al deterioramento delle relazioni fra i componenti degli organi collegiali». È una tesi che deve fare i conti con due dati oggettivi: da una parte, l’addio in blocco del collegio sindacale, la cui funzione precipua è quella di vigilare sui conti; dall’altra, l’inserimento nel cda, dopo le dimissioni di quattro membri, di un avvocato inviato a fare da osservatore a seguito di una decisione presa unilateralmente da Iccrea, la capogruppo alla quale fa capo la banca cesenate, che si è avvalsa di una possibilità di intervento esterno che viene esercitata solo se ci sono questioni da chiarire. Per la verità, anche dalla “stanza dei bottoni” di Ccr si riconosce che è stata avviata «un’attività di verifica», ma viene specificato che riguarderebbe «lo stato delle relazioni fra gli organi della banca». A ogni modo, sia il presidente di Ccr Valter Baraghini che il direttore Giancarlo Petrini difendono fermamente «l’intenso e proficuo lavoro» svolto da tutti, includendo in questa valutazione positiva le persone che hanno fatto lo strappo, e che - sottolinea il primo - è testimoniato dai risultati conseguiti.

Il presidente Baraghini

Quanto alle critiche di alcuni soci sulle modalità in cui si svolgerà in maggio l’assemblea, che sarà chiamata a votare il bilancio e a rinnovare le cariche, lo stesso Baraghini spiega che «il sistema del rappresentante designato è stato previsto, anche per quest’anno, dalla Legge n. 27/2020, ed è stato indicata con apposita direttiva dalla capogruppo e adottata anche dalle altre Bcc del gruppo presenti in regione, così come da tutte le Bcc affiliate al Gruppo Iccrea». Per rassicurare sul fatto che questo non comprometterà la possibilità di chiedere tutti chiarimenti del caso, il presidente di Ccr annuncia che «verranno organizzati diversi incontri con i soci sui vari territori di competenza, per fornire tutte le informazioni necessarie, diverse dalle voci di corridoio che poi finiscono sui giornali, e rassicurare così i soci e i clienti sul buon andamento della banca. Dare informazioni e fare comunicazione sono due aspetti a cui teniamo in particolar modo, utilizzando sito internet, social, rivista della banca, newsletter, avvisi presso le nostre filiali, a cui forse sarebbe utile prestare maggiore attenzione, così come auspicheremmo maggiore attenzione alle tante iniziative di carattere sociale, culturale, sportivo organizzate sul territorio grazie al sostegno del Credito Cooperativo Romagnolo, che è rimasta ormai l’unica banca locale con sede e direzione sul territorio stesso».

Il direttore Petrini

Il direttore Petrini entra nel merito della salute dei conti. «Il Credito Cooperativo Romagnolo - dichiara - in questi 6 anni ha svolto il proprio ruolo di sostegno all’economia locale, conseguendo tutti gli obiettivi strategici fissati fin dal 2016 primo anno di attività dopo l’aggregazione, obiettivi in questi ultimi anni condivisi con la capogruppo, molti dei quali sono stati raggiunti anche in anticipo rispetto alle tempistiche definite. Nel 2021 i volumi della banca sono cresciuti del 10%, in particolare per quanto riguarda la gestione dei risparmi della clientela, a conferma della fiducia accordataci; un andamento comprovato anche dai report della Capogruppo, dove il Ccr, in proporzione alle dimensioni, è posizionato ai primi posti in diverse classifiche. Il margine operativo nel 2021 ha superato i 10 milioni di euro (l’anno precedente era stato pari a 7,6 milioni), quasi totalmente destinati, per scelta prudenziale del cda, all’azione di progressiva copertura del rischio di credito. Una scelta che ovviamente va a discapito degli utili, definiti dai giornali non entusiasmanti e che effettivamente ogni anno potevano essere maggiori se consideriamo i significativi importi destinati alla collettività per sostenere le tante iniziative di carattere sociale, culturale, sportivo che si sono potute realizzare anche grazie al contributo del Ccr, scelta di cui siamo orgogliosi e che confermiamo. Sono stati poi ridotti drasticamente i crediti deteriorati, che a fine 2021, al netto delle svalutazioni, ammontano a 33,8 milioni, mentre a inizio 2016 erano arrivati a 128 milioni. È migliorato sensibilmente il Texas Ratio, l’indice che mette in raffronto i crediti deteriorati con il patrimonio e che definisce solida una banca se inferiore al 100%; il Texas Ratio del Credito Cooperativo Romagnolo a fine 2021 è al 43,6%, contro il 154% a inizio 2016. La solidità della banca è confermata dal Cet1 che si attesta al 16,3%, in linea con le medie nazionali e di molto superiore ai minimi richiesti dall’Autorità di Vigilanza». Infine, Petrini interviene a proposito della società di gestione del Mercato coperto di Cesena (di cui Ccr è uno dei quattro soci), negando che ci siano difficoltà che si ripercuotono sui conti: «Sta regolarmente rispettando i propri impegni nei confronti della banca. Inoltre, in funzione delle coperture sul credito vantato e disposte prudenzialmente dal cda anche in misura superiore a quanto richiesto, posso ragionevolmente ritenere che la posizione difficilmente produrrà effetti negativi sui futuri bilanci della banca».

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