I segnalibri di Ezio Bartocci in mostra a Cesenatico
Con la capacità, come per gioco, di far affiorare di volta in volta «impegno sociale, ironiche annotazioni di costume, memoria, intimismo, poesia», come sottolinea in catalogo la direttrice Manuela Ricci, Ezio Bartocci con la mostra Segnalibri. Poeti, scrittori e altri ritratti porta fino al 25 settembre a Casa Moretti (ingresso libero) una parata silenziosa ma carica di significati di queste opere di piccolo formato, da collocarsi tra le pagine dei libri.
Materiali che trovano una magica sintonia con quanto conservato dalla casa museo del poeta e in particolare con la “libreria casalinga” di Moretti, scrive Anna Maria Bernucci, autrice dei testi insieme a Matteo Gozzoli e all’artista, sapendo «di iconizzarne gli autori, smerigliandone l’anima, talvolta, come un identikit. Ci si potrebbe perdere tra questi ritratti e innescare altre imprevedibili storie sdoppiando vite e racconti, aprendo voragini spesse e giravolte, un po’ come aveva fatto Alberto Arbasino nel suo “Ritratti e immagini”, sorta di racconto moltiplicato degli incontri e delle tessiture relazionali avute con intellettuali e scrittori».
I Segnalibri di Bartocci si dispongono infatti, con la discrezione delle loro minute dimensioni, lungo il percorso all’interno delle stanze, a fianco ai libri posseduti dal padrone di casa. I ritratti e le opere di maggiori dimensioni padroneggiano invece lo spazio della legnaia ammiccando oltre quel giardino che tanti di quegli autori del secolo scorso ha ospitato, offrendo una luce anche sul tratto evolutivo dell’affermato, poliedrico artista iesino, che è insieme grafico, sapiente comunicatore e pittore.
Una rappresentazione del mondo letterario dove la traccia e il segno, lasciato sulla carta dall’artista partendo dal divertissement di “iconizzare” gli autori nei segnalibri, veicolati su raffinati cartoncini Fabriano o altri materiali, diventa una vera percezione concettuale, così come nei ritratti felicemente vergati a inchiostro, a matita, a tempera.
Bartocci, la sua opera è in sintonia con Casa Moretti?
«La mostra è stata precedentemente allestita alla Biblioteca Nazionale di Firenze, quindi direttamente vicino a una grande quantità di libri. Qui sono stato sollecitato dal ricordo di Moretti e degli autori a lui vicini a disporre le opere tenendo conto delle caratteristiche del percorso espositivo nei diversi ambienti della casa. La galleria si chiude col ritratto di Dario Fo che con Cesenatico e il territorio ha avuto un legame particolare».Perché si avverte così presente la chiave dell’ironia nella rappresentazione di molti scrittori?
«Occorreva una presa di distanza per poter conoscere, vedere, comunicare in quale maniera i ritratti cercassero e trovassero una corrispondenza anche con la personalità discreta, mai plateale, di Moretti».Così, come il suo Dorian Gray, Oscar Wilde è filtrato dalla memoria che cambia nel tempo, un nordico Samuel Beckett è visto come attraverso uno strato di legno, un «saltimbanco» come si definiva Palazzeschi, mentre Rafael Alberti ha capelli come ali d’angelo. Moretti è ironicamente tratteggiato tra barchette di carta, leggero, dice l’artista, come le sue poesie scritte col lapis. Altri volti, come Carlo Bo e Thomas Stern Eliot, appaiono realizzati mediante la traspozine grafica delle lettere dei loro cognomi.
«Devo dire che l’arte non è più ormai da tempo degli artisti, nel senso che non esiste più un certo tipo di committenza – aggiunge Bartocci –. Allora ho cercato di mettere a frutto la conoscenza acquisita, ripartendo dal mio lavoro grafico per rendere omaggio ai personaggi maggiori della scena letteraria».
Info: 0547 79279