I problemi col Green Pass al ristorante? Un riminese ha la soluzione

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A tutti i clienti che prenotano viene inviato «un sms-whatsapp tramite il quale caricare i nominativi dei presenti al tavolo e le eventuali documentazioni necessarie». L’operazione “zero fila all’ingresso, zero brutte sorprese” per i commensali se l’è inventata Giuliano Lanzetti, il titolare del ristorante Bounty di Rimini che da oggi, come tutti gli altri in Italia, avrà l’onere di verificare la certificazione relativa al Covid di ogni cliente che si siede all’interno del locale.
In sostanza, invece di accalcarsi sull’uscio e rischiare di presentarsi senza tutti i documenti necessari, gli ospiti del Bounty possono (facoltà, se lo ritengono, non obbligo) inviare Green pass valido e documento d’identità subito dopo la prenotazione del tavolo.

Approvazioni ma anche insulti


Niente di clamoroso né di particolarmente geniale ma tanto è bastato a Lanzetti per balzare sui social riminesi al secondo posto dopo Valentino Rossi che ieri ha annunciato l’addio alle corse. Solo che per l’imprenditore riminese non sono stati proprio tutti complimenti, anzi. C’è chi lo ha bollato come collaborazionista del governo nell’operazione Covid, una sorta di servo del potere. E chi è andato persino oltre, come se dietro la richiesta dei documenti ci fosse chissà quale macro operazione di spionaggio. Da ristoratore che ha cercato di evitare ore di attesa all’ingresso per i suoi clienti a nemico del popolo il passo è stato brevissimo.
«L’idea mi è nata durante il mio ultimo viaggio - ha argomentato ieri Lanzetti - la compagnia aerea in questione permetteva ai passeggeri di caricare in anticipo sulla loro piattaforma tutta la documentazione sanitaria necessaria come Green pass e autocertificazioni per snellire le procedure di imbarco. Allora ho pensato che una cosa del genere poteva essere d’aiuto anche per il mondo della ristorazione».
Infatti, ad oggi, oltre cinquecento locali in tutta Italia già utilizzano questo sistema che è l’unico a permettere di automatizzare le prenotazioni e i controlli del Green pass senza che si vada a intaccare l’organizzazione e l’operatività del locale».
Quanto ai tanti insulti ricevuti, Lanzetti cerca di tornare al punto di partenza: «Mi rivolgo a chi commenta in modo infantile. Posso capire che voi rifiutate il Green pass ma le norme non le ho scritte io. Io ho solo creato un sistema per velocizzare ciò che lo Stato ci impone». Da oggi è infatti obbligatorio il Green pass per sedersi nelle aree interne di bar e ristoranti, per andare nelle piscine, nei parchi tematici, a cinema e teatro.

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