I "Papier" fotografici di Patrizia Zelano in mostra a Pesaro

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Fino a sabato 8 luglio, a Pesaro, la mostra fotografica Papier di Patrizia Zelano. Sono sculture dell’anima quelle che la fotografa Zelano ci restituisce, assemblando davanti all’obiettivo lacerti di cellulosa ferita dalle acque imperiose della Laguna, riportandoli così a nuova vita. Leggendo tra le righe ciò che ancora possono trasmettere per costruire inedite geometrie esistenziali, futuribili architetture di pensiero, scultoree visioni. Per dare una forma altra a ciò che è stato e torna a noi sotto mutato sembiante. Papier, portfolio del 2020, è frutto dei materiali recuperati dai libri di Venezia, si tratta di assemblaggi di rimanenze di libri, dorsi, copertine, piatti, «salvati dalla sottoscritta mentre stavano “affogando” durante l’ultima eccezionale acqua alta del 13 novembre 2019, prima che entrasse in funzione il Mose – spiega la fotografa –. I libri di Venezia sono stati anch’essi immortalati nel portfolio Acqua alta 2019. Attualmente sono rappresentata dalla Galleria Zamagni di Rimini e, grazie ad accordi presi tra galleristi, anche da Picca Arte Contemporanea. I soggetti di questo lavoro rappresentano degli still life realizzati con luce naturale. Le fotografie selezionate sono 13, stampate su carta fine art Hahnemuehle Baryta 325 di varie dimensioni». Nella Galleria Picca, un gioiellino nel cuore di Pesaro, sono esposti sette Papier, la curatela è a opera di Elisa Di Domenicantonio e Giuseppe Tomasello. Quello che Zelano realizza è un portfolio concettuale, molto zen, in cui lavora con il mezzo fotografico come forma di pensiero che si fa gesto, trasportata come una rabdomante dalla forza intrinseca di questi frammenti, come stesse progettando architetture organiche alla Frank Gehry, creando sculture effimere, castelli di carta, nature morte utili a far rivivere sotto altra forma quel che rimane del pensiero altrui, dell’arte della parola, andata in frantumi, ammutolitasi a causa delle intemperanze degli agenti atmosferici, quasi a chiedersi che fare di un’eredità polverizzata, sull’orlo del dimenticatoio? Ecco dunque che questa metafotografia disegna con la luce pensieri che ricompongono un mondo, creano nuove prospettive, architetture sentimentali, di una delicatezza profonda, quasi come petali depositati sul cuore del tempo, che passa inesorabile e tutto porta con sé, ma grazie a questa città ideale, questo mondo immaginifico che la fotografa ricompone, ci dona un nuovo piano regolatore dello sguardo. Pesaro, Galleria Picca Arte Contemporanea, via Diaz 18, Pesaro. Su prenotazione: piccartecontemporanea@gmail.com

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