I Motus post punk debuttano a Ginevra poi a Modena

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“Cosa succede se i giovani non sono più in grado di suscitare stupore?” È la domanda da cui prende le mosse l’ultimo lavoro di Motus, Rip it up and start again, che porta in scena 15 giovanissimi attori, tutti nati negli anni ‘90.

Nato da un percorso di ricerca con giovani performer del corso di formazione teatrale della Manufacture - Haute école des arts de la scène di Losanna, lo spettacolo Rip it up and start again debutterà in Italia giovedì 30 maggio al Teatro delle Passioni di Modena (replica venerdì 31 maggio) e sarà presentato martedì 4 e mercoledì 5 giugno a Fog Triennale Milano performing arts, e venerdì 21 e sabato 22 giugno al Festival delle colline torinesi.

Prosegue così il lavoro di formazione che da anni la compagnia svolge con giovani performer per sperimentare pratiche collettive e condivise di esplorazione e scrittura drammaturgica: Rip it up and start again, spettacolo di fine studi del corso della scuola di alta formazione alle arti sceniche di Losanna, diretto e creato dai registi di Motus Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, con debutto alla Comedie de Genève giovedì 23 maggio. Lo spettacolo partirà poi per una tournée con presentazioni a Modena, Milano, Losanna, Sierre, Torino e Parigi.

Spettacolo-concerto-karaoke-manifesto, Rip it up and start again prende come punto di partenza i testi delle canzoni del fenomeno musicale post-punk dei primi anni ‘80, per guardare l’oggi con occhi diversi e mettere in dubbio l’idea di una «generazione di cui ogni singola mossa è stata anticipata, tracciata, comprata e svenduta prima ancora di compiersi» (Mark Fisher).

Attraverso una provocazione indiretta, Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande hanno scelto di mettere in contatto un gruppo di 15 giovani attori e attrici con una generazione estrema di artisti che hanno tentato il tutto per tutto, decidendo di farla finita con il passato per sperimentare forme espressive “nuove” su tutti i fronti, dal linguaggio artistico alle modalità di produzione.


In un contesto politico simile a quello dei thatcheriani anni ‘80, in cui governi conservatori, sovranisti e xenofobi, neoliberismo, demolizione del welfare e precarizzazione del lavoro stanno dilagando in tutto il mondo, Rip it up and start again si propone di far conoscere a fondo gli slanci utopici di questo movimento di giovani, che allora avevano esattamente l’età degli allievi de La Manufacture,  per contrastare la paura verso il futuro alimentata dai media e lo spirito “rinunciatario” instillato dallo stesso sistema scolastico, sempre più privatizzato. Il confronto con il post-punk è quasi un pugno in faccia e un invito a mettersi a correre in avanti, anche senza una direzione prestabilita, alzare il volume del dissenso e immaginare alternative irriducibilmente aliene al neoliberismo imperante del No Alternative.

Rip it up and start again è anche il titolo scelto da Simon Reynolds per un recente libro sul post-punk, proprio per l’estrema pulsione verso il nuovo, il rifiuto dell’obsoleto, del familiare, dell’esistente che ha connotato questa ondata... Oggi – sostiene – siamo piuttosto affetti da retromania: il presente sfugge ed è in atto una subdola slow cancellation of the future. Motus ha quindi invitato i 15 attori a ricercare, collezionare, immergersi nelle biografie e lyrics - racchiuse negli obsoleti vinili - di questi artisti tormentati, da Ian Curtis a Lydia Lunch...

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