I fratelli Dellai presentano il loro Sanremo: "Io sono Luca"

Archivio

Sul palcoscenico di Sanremo 2021 ci saranno anche i Dellai. I due fratelli (gemelli) Luca e Matteo, di Cattolica – risultati lunedì negativi al tampone molecolare dopo aver contratto il covid – gareggeranno tra le Nuove proposte con il brano Io sono Luca (Virgin Record), scritto da loro, già disponibile in radio e online, come tutti gli altri pezzi degli artisti “giovani”. Sono entrati a far parte ufficialmente del cast di questa edizione del Festival, in programma dal 2 al 6 marzo 2021, durante la finale di “Sanremo Giovani”. Per l’occasione Amadeus, direttore artistico e conduttore della kermesse, ha annunciato il cast di Sanremo 2021 compresi gli artisti della categoria “Nuove proposte”, composta dai sei vincitori di “Sanremo Giovani” e da due artisti selezionati dalla commissione musicale di Area Sanremo, tra cui appunto, i Dellai. Da qui incomincia l’avventura sanremese di Luca e Matteo. Dellai è un progetto che nasce dalla passione di due fratelli per la musica che sin da adolescenti si divertivano a scrivere canzoni. Anche se a un certo punto i percorsi si dividono. Luca, dopo il Liceo musicale ha proseguito gli studi al Conservatorio Rossini di Pesaro parallelamente a un percorso di Laurea in Economia. Matteo, invece, interessato al mondo dell’architettura ha continuato gli studi all’Università di Ferrara. Fino a quest’ultimo progetto insieme, dal quale è già nato il singolo Non passano gli aerei. Gli abbiamo chiesto di raccontarci come si sentono a ridosso dell’esibizione su un palco così prestigioso.

Siete pronti per il Festival?

«C’è molta pressione – spiega Matteo – anche perché, per noi rappresenta un grande salto. Quando questa estate ci siamo iscritti alle selezioni di Area Sanremo, non vedevamo così vicina la possibilità di esibirci all’Ariston. Non ci saremmo mai aspettati di arrivare fino a qui. Io e mio fratello Luca abbiamo alle spalle diverse esperienze live, ma mai a Sanremo e raramente insieme. Però siamo carichi, c’è voglia di esibirci e dare il massimo in quei tre minuti di performance».

Come nasce il vostro pezzo?

«Luca rappresenta un po’ tutti noi, le nostre paure e le sfide che ci troviamo ad affrontare ogni giorno. Tutti siamo caduti e abbiamo imparato a planare per non ricadere ogni volta. Tutti ci siamo sentiti sbagliati. È un testo autobiografico dove racconto, parafrasandoli, una sequenza di avvenimenti: gli attacchi di panico adolescenziali, la sensazione di disagio quando si sta in mezzo a persone che non si conoscono, l’assenza di un padre. Il pezzo nasce con la voglia di esprimersi un po’ più forte del solito, di raccontarsi».

“Io sono Luca” in realtà racconta di Matteo…

«Il Luca della canzone infatti sono io (Matteo), tanto per complicarci le cose. Inizialmente il brano si intitolava Castelli di carte, poi lo abbiamo modificato e ci siamo resi conto che la canzone parla proprio di “Luca”. Abbiamo scelto questo titolo forse perché tendo a nascondermi dietro a mio fratello. E poi perché il nome Luca è musicale, ha portato fortuna a molti brani, speriamo sia così anche per noi».

Quale messaggio vorreste far arrivare a chi ascolterà il brano?

«Vorremo che chi ascolta questa canzone si riconoscesse nelle vicende che hanno vissuto Matteo-Luca. Il messaggio è di forza: è importante riuscire a gioire anche nelle situazioni più buie».

Un messaggio di forza, ma anche di speranza?

«L’idea che avevo da piccolo era quella della favola con il lieto fine. La forza della canzone è che il lieto fine si trova nel quotidiano, nelle piccole cose, non bisogna aspettare la fine di qualcosa».

Dalle selezioni di “Area Sanremo” siete usciti vincitori: qual è il vostro punto di forza? Cosa ha convinto i giudici a scegliervi?

«Non saprei dirlo, penso che tutti i ragazzi meritassero la vittoria. Quando ci hanno premiato, abbiamo avuto modo di vedere i video degli 8 finalisti di “Area Sanremo” e mi sono detto: sicuramente non passiamo. Forse ha colpito la nostra solarità, la semplicità che ci caratterizza e che portiamo anche sul palco. Non finiremo mai di ringraziare i giudici e l’organizzazione».

Cosa vi aspettate dalla gara?

«Non ci stiamo ponendo obiettivi. Non ci soffermiamo sui voti anche perché Sanremo è sempre una sorpresa. Speriamo solo che sia un bel trampolino di lancio».

Avete avuto due percorsi diversi che a un certo punto si sono uniti, come si lavora con un gemello?

«Discutiamo spesso, poi ci ritroviamo e cinque minuti dopo è già finita. Ci capita di litigare, però mai fortissimo c’è sempre la paura di fare troppo male all’altro. Per quel che riguarda le canzoni, invece, il lavoro è distribuito equamente, Luca scrive le sue io le mie, poi ci mettiamo a un tavolo e capiamo quali possono essere le più adatte per il progetto».

Vi date consigli reciprocamente?

«Nella scrittura siamo molto autonomi e gelosi delle nostre cose. Anche se qualche consiglio ce lo scambiamo. Sul testo di Io sono Luca per esempio ci abbiamo lavorato insieme per abbellirlo».

E dopo Sanremo?

«Abbiamo un contratto con la Virgin. In programma c’è la pubblicazione di nuovi brani. Poi dovrebbe uscire un disco e se migliora la situazione, costruiremo una performance live».

Come sarà il vostro disco?

«Nell’album che pubblicheremo si potrà notare la diversità tra le canzoni scritte da Luca e quelle scritte da me. C’è una differenza di penna, non perché le prime siano più belle delle altre o viceversa, semplicemente abbiamo un modo diverso di scrivere. Ci piace la musica suonata e vogliamo raccontare storie vissute in prima persona. L’importante è raccontare qualcosa di sentito».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui