I balneari incontrano il Governo: "Bandi 2024, urge una proroga"

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Un tavolo tecnico fra tutti i protagonisti del caso “rinnovo concessioni demaniali”. Una riforma seria che porti sì alle gare pubbliche, ma che riconosca il valore d’impresa e la professionalità dell’attuale concessionario. Più lo slittamento delle evidenze pubbliche volute dall’Europa. Perché? Non c’è tempo, entro il primo gennaio 2024 le spiagge devono essere assegnate e i Comuni rischiano di non farcela. È il frutto dell’incontro fra il governo e i rappresentanti del mondo balneare.

Cosa succede

Il primo gennaio 2024 le concessioni demaniali devono essere rinnovate e affidate rispettando i criteri della “Bolkestein”, direttiva europea che vieta il rinnovo automatico, tutela la libera concorrenza e quindi introduce le gare pubbliche. Aggiungiamo che la proroga delle concessioni al 2033 è stata annullata dal Consiglio di Stato. Morale? Serve una legge di riordino del settore ed è compito del governo Draghi.

Cosa succederà

Ieri pomeriggio a Roma, le associazioni degli operatori balneari hanno incontrato i ministeri Massimo Garavaglia (turismo), Mariastella Gelmini (affari regionali) e Giancarlo Giorgetti (sviluppo economico). Per Rimini, fra gli altri, ha partecipato Mauro Vanni, presidente dell’associazione Confartigianato imprese demaniali.

Il motivo è ovvio, ascoltare le richieste. «Abbiamo chiesto un tavolo tecnico fra governo, Regioni, Comuni e categorie - riassume Vanni - perché non vogliamo una legge frettolosa».

In definitiva i rappresentanti degli operatori balneari all’unanimità hanno chiesto al governo di evitare provvedimenti legislativi affrettati data la delicatezza e complessità della materia. Hanno pertanto proposto l’apertura di un tavolo di confronto per «finalmente mettere in sicurezza la balneazione attrezzata italiana nel pieno rispetto della normativa italiana ed europea».

I ministri hanno preso atto e dichiarato che avrebbero riferito al presidente Mario Draghi.

“Serve tempo”

La necessità di una soluzione che rispetti le norme europee è stata in seguito ribadita dal presidente Vanni che ha anche ribadito la «salvaguardia del valore dell’impresa» e della professionalità.

In seguito ai tre ministri è stato anche fatto notare che la “famosa” mappatura delle aree demaniali è stata ultimata solo da dodici regioni, le altre mancano all’appello. «Così finalmente sapremo quante sono, quante sono libere, quanto rendono» rimarca Mauro Vanni.

Alla fine alla delegazione governativa è stato fatto notare che la scadenza del primo gennaio 2024 è troppo ravvicinata. «A quella data le concessioni devono essere assegnate - rimarca Vanni - abbiamo chiesto uno slittamento dei bandi, nell’arco di un anno è difficile attivare le evidenze pubbliche e tutto quello che ne consegue».

Ma l’Europa accetterà una proroga? «Nell’ambito di una riforma seria che rispetti la Direttiva Bolkestein sicuramente sì. Diversamente si crea un vuoto normativo pericoloso. Lo slittamento è necessario».

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