"Hai rotto la… cozza!": una giornata al mare con I Macéta

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Giornate più lunghe, sole più caldo, restrizioni anticovid meno pressanti. D’un balzo la mente corre all’estate, stagione che per tanti romagnoli si traduce in spiaggia, mare e bagnasciuga frastagliato da caleidoscopici tipi da spiaggia. Un gran varietà della commedia umana, o piuttosto uno «spaccato di sapiens contemporaneo che si dà appuntamento» per chi osserva e prende appunti. Tanto hanno fatto i fratelli Luca (1961) e Siro (1967) Mantovani da Sermide (tra Mantova e Ferrara), in arte I Macéta (parola che in ferrarese significa macchietta), nel dare alla luce il libro Hai rotto la… cozza! Bagnasciuga Romagna uscito su Amazon.

Attivo dagli anni Novanta, il duo Macéta vede Luca dedito alla scrittura a cui collabora anche Siro; il quale, dopo aver frequentato l’Accademia Antoniana di Bologna, si occupa più di cabaret.

Sul fronte editoriale i due hanno scritto per “Comix”, “Smemoranda”, le “Formiche” di Gino&Michele, Radio Italia, e hanno più libri all’attivo.

Attività passionali che aggiungono alla professione di insegnanti di Lettere e Storia in un istituto superiore di Mirandola. È lì che il prof Luca Mantovani ha sedotto l’allievo Alessio Saletti, oggi reclutato come terzo Macéta. «Nuova generazione in gamba, ci aiuta a districarci nel mondo virtuale del web, necessario per farci conoscere».

Hai rotto la cozza è una sorta di libro diario frutto dell’osservazione dei bagnanti sulla spiaggia di Cattolica durante un giorno preciso, il 3 agosto 2020. Gli autori hanno giocato a raccontare, attraverso i villeggianti, una tipica giornata sulla spiaggia, dalle 6 del mattino alle 21. Del campionario umano preso in esame hanno descritto le peculiarità, precisato i segni inequivocabili del tempo, ossia tatuaggi e mascherina; vi hanno aggiunto un compendio osando immaginare per chi potrebbero votare quando chiamati alle urne. Le pagine bianche sono state vivacizzate con vignette su soggetto Macéta e disegno di Ricky Castillo.

Luca, come è arrivato a questo breve trattato di vita marittima?

«Cominciai a scrivere nel 1998 nel nome di Marco Pantani, nel suo anno di vittoria al Giro e al Tour. Scrissi un articolo al “Guerin Sportivo” che venne pubblicato. C’è un destino che ci unisce alla Romagna. Quel pezzo mi ha stimolato a proseguire. Da allora abbiamo collaborato con tivù locali, pubblicato libri. Siro ha continuato col cabaret, io più con la scrittura».

Ma perché osservare i bagnanti sulla riviera romagnola in una sola giornata?

«L’idea ci è venuta dal libro di Michele Serra Tutti al mare in cui l’autore racconta il suo viaggio da Ventimiglia a Trieste nell’agosto 1985. Noi l’abbiamo incentrato in un’unica località scegliendo una giornata del mese clou dell’estate. In realtà, anche se il libro racconta un 3 agosto sulla spiaggia libera di Cattolica, a fianco del Bagno 41, abbiamo completato l’analisi con qualche capatina a Misano, Marina Romea, Cesenatico. La Romagna rappresenta una parte di noi».

Ripensando ai servizi da Teche Rai del romagnolo Sergio Zavoli, fra i primi a raccontare i villeggianti nella riviera, trova affinità fra i vacanzieri di quegli anni e i vostri?

«A tratti sì, perché alcune cose restano. Come ad esempio i giochi da spiaggia: mi sono meravigliato davanti a biglie dei miei tempi ancora vendute nei bazar, ai frisbee in voga negli anni Novanta. Inossidabili si confermano il latin lover romagnolo, la bella donna oggi “ritoccata” rispetto a quella di un tempo, quella procace che toglie il respiro (agli uomini) quando passa. C’è una sorta di “filigrana”, per rubare un termine usato dal mio conterraneo Giorgio Bassani, che parte dagli anni Sessanta e arriva a oggi nei comportamenti dei bagnanti al mare».

Descrivete personaggi di ogni tipo: ma quanto c’è di vero?

«Tutto, non ci siamo inventati niente. A cominciare dall’odore salmastro del mattino affiancato da quello dei bomboloni fritti. Riportiamo ciò che abbiamo visto. Il gioco è solo nell’immaginare a chi queste persone daranno il voto».

Quali tipi da spiaggia le sono rimasti più impressi?

«Tanti, a cominciare da colui che chiamo Andrei e funge da filo conduttore, un giovane dell’est Europa che tutto il giorno rimane sdraiato, in dubbio se andare o meno, ma non si alza mai. Divertente il romagnolo in tenuta da sub che parla e commenta con gli amici ogni donna che passa, ma sempre con garbo. Incredibile il biker alla Augusto Daolio pieno di tatuaggi e anelli, persino sotto gli anelli si era tatuato altri anelli. Meraviglioso il palleggiatore magrebino sulla spiaggia, tutti si incantavano davanti ai suoi virtuosismi di piede al calar del sole. Tenerezza ho provato per due coppie, l’una ventenne, l’altra ottantenne, entrambe strette per mano. Tutti nello stesso mare».

Un bagnasciuga romagnolo variegato.

«Dove c’è molta Europa e nord Africa; con atteggiamenti di solidarietà e soccorso, ho visto una signora anziana che porgeva un bicchiere d’acqua a una massaggiatrice straniera, e al contrario un veneto aggressivo che inveiva contro lo straniero; persone che raccoglievano plastica sulla spiaggia, e altre che vi gettavano mozziconi. È uno spaccato della nostra società, una fotografia».

Un flusso umano su di un bagnasciuga al confine.

«Il confine è un problema, io stesso abito in un luogo di confine; a pochi chilometri da me, nel modenese, c’è una vecchia casa chiamata la Dogana, nel 1866 c’era il confine tra Stato pontificio e Ducato di Modena. Il fiume era un confine ma anche no, così come il bagnasciuga è un confine naturale tra mondo di terra e di mare. Lo tocchi e vi lasci quanto di più è nostro: l’orma. Ma per quanto resta quell’orma? Qualche secondo, qualche minuto? Ecco perché è un mondo senza confine».

Come vanno le vendite?

«Direi bene, abbiamo escogitato un metodo di affiliazione simpatico: vendiamo il libro insieme al melone della nostra zona; o lo abbiniamo a zucchini e finocchi».

Avete in programma il sequel?

«Sì, è quasi pronto; questa volta affrontiamo la zona tra Riccione, Cattolica, Misano, ma dal bagnasciuga alle case dell’entroterra, praticamente il mondo al di fuori della spiaggia, quello dei nottambuli, di chi va in discoteca, di chi corre la mattina presto. Stiamo anche curando un libro di storia serio con una sezione ironica, e un monologo teatrale».

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