Gli stenti dell'Italbasket e le battaglie fumose contro l'Eurolega

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Tutta la magia estiva sembra essersi persa all’improvviso. Non bastassero gli stenti della Nazionale di calcio che, tra rigori sbagliati e sorteggi avversi, vede ora lontanissimi i prossimi Mondiali pur con il recentissimo titolo continentale in tasca, ecco infatti pure le sofferenze dell’Italbasket nei primi due impegni di qualificazione alla Coppa del Mondo 2023. Trenta minuti discreti e una rovinosa caduta in Russia, una vittoria con il fiatone sprecando larghi vantaggi a Milano con l’Olanda.

Scontato dire che si poteva fare di meglio, al netto delle assenze (pesanti), ma per onestà intellettuale “uguali” per tutte le Nazionali. Ormai da tempo la Nba e l’Eurolega, in rigido ordine di importanza, non concedono (giustamente aggiungiamo noi) i propri giocatori per le qualificazioni a campionati Europei e Mondiali, un po’ per la grossa paura di infortuni, un po’ per contratti talmente onerosi da giustificare il rapporto esclusivo. Detto che sull’importanza di queste fasi eliminatorie ci si potrebbe interrogare a lungo, proprio perché (almeno guardando alla rassegna continentale) non eliminano praticamente … nessuno e sottolineato come, a meno di clamorosi suicidi sportivi l’Italia ai Mondiali del 2023 andrà, due elementi vanno rimarcati. Uno dentro il campo e uno fuori.

Iniziamo dalla pallacanestro giocata. Proprio in queste due partite, con pedine fondamentali e di talento rimaste a casa, si sarebbe dovuta vedere la mano dell’allenatore, invece l’impressione è stata quella di un caos disorganizzato, in attacco e soprattutto in difesa. I difetti e i pregi di “Meo” Sacchetti sono noti e, forse, il risultato clamoroso centrato in Serbia con la qualificazione olimpica non avrebbe dovuto cambiare scelte già fatte (ovvero il ritorno di Messina sulla panchina Azzurra). Possiamo dibattere in eterno su quale tipo di pallacanestro vada di moda, quale sia più efficace, quale più piacevole e altre amenità del genere, ma un concetto appare quasi ovvio e inconfutabile: meno talento hai a disposizione, più devi creare un sistema all’interno del quale i giocatori sanno cosa devono fare. E la parola sistema nel dizionario di Sacchetti non c’è mai stata. A cosa ci riferiamo? Una situazione su tutte. Italia a +11 nell’ultimo quarto contro l’Olanda (stiamo parlando di basket, non di calcio, giusto per ricordarlo), partita sotto controllo e solo da gestire. Come? Rallentando davanti, giocando spesso al limite dei 24” e prestando attenzione dietro alle poche punte avversarie. E invece cosa succede? Gli Azzurri forzano 3-4 attacchi consecutivi e dall’altra parte incassano 3 triple filate (in 60” scarsi”) di Hammink, che aveva già mostrato ampiamente il suo (unico) punto di forza. Il resto della storia, ovvero una volata punto a punto con giganteschi rischi di una sconfitta (per l’Italia) sanguinosa lo conoscete, però il lieto fine non deve far dimenticare. Quegli errori sono responsabilità in primis del capo allenatore, chiamato a dare una disciplina tecnico-tattica alla propria squadra. Disciplina che l’Italia di Sacchetti non ha onestamente quasi mai mostrato, preferendo mettersi in mano al talento e all’intelligenza cestistica dei propri giocatori. Scelta un tantino (usando un eufemismo) rischiosa.

Ci resta da sottolineare l’elemento fuori dal campo, sempre perché le parole non possono essere usate a casaccio. Ancora una volta il presidente della Fip Petrucci se l’è presa con l’Eurolega, perché non lascia andare i propri giocatori in Nazionale. “Capisco l’Nba ma non l’Eurolega. Non esiste che un organismo privato possa condizionare l’Olimpiade. Non è una polemica con la Fiba, ma con l’Eurolega, non hanno una cultura sportiva”. Concetti, permetteteci, un po’ confusi. Se un organismo privato, a detta di Petrucci, non può condizionare l’Olimpiade, allora la Nba vale esattamente come l’Eurolega. Forse il fatto che, attualmente, non ci siano italiani nell’Nba, questo sì condiziona un po’ le dichiarazioni di Petrucci? Le ultime qualificazione olimpiche, proprio perché svoltesi nel pieno della stagione Nba, furono influenzate dalle assenze di tanti giocatori, con Serbia, Lituania e Brasile a pagarne le conseguenze. Lì però l’Italia conquistò Tokyo e chiaramente tutto passò in secondo piano. Ora invece perde con la Russia e soffre con l’Olanda e … il problema diventa l’Eurolega. Questa è politica, non pallacanestro. E la cultura sportiva non c'entra proprio nulla.

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