Impresa portata a termine da un ciclista di Gatteo Mare. Fa parte della squadra Riviera Azzurra, si chiama Mattia Fagioli e sabato scorso ha fatto 49 volte la Cioca, restando in sella per oltre 16 ore e superando un dislivello superiore al monte Everest. La sfida che ha affrontato porta il nome di “Everesting” e consiste nello scalare una salita a piacimento, che sia la collina dietro casa oppure lo Stelvio, purché lo si faccia tante tante volte quante ne occorrono per compiere un dislivello complessivo almeno di 8.848 metri, pari all’altezza dell'Everest, la montagna più alta al mondo. Una prova epica, ma che si può fare anche a due passi da casa. Sulla rete c’è una guida dettagliata per principianti al primo tentativo. L’idea da cui è nata questa disciplina risale al 1994 ed è semplice. Si tratta di una vera e propria battaglia di resistenza fisica e chi la vince diventa membro dell’esclusivo club Hell 500. Si può fare anche in solitaria, in quanto con un sistema satellitare e una app apposita i percorsi dei ciclisti sono monitorati e tutto rimane certificato. Si tratta di “Strava”, un software per il tracciamento satellitare usato per l’attività fisica in vari campi: ciclismo, corsa, camminata e nuoto. Gli utenti possono registrare le performance della loro attività fisica e caricare i dati statistici di velocità, altitudine e battito cardiaco.
L’atleta di Gatteo
Fagioli ha 45 anni, è sposato, ha due figli (Viola di 9 anni e Nicolò di 17), vive a Gatteo Mare ed è un apprezzato artigiano plastichino. Sabato scorso ha fatto il suo “Everesting” partendo alle 5.04 della mattina e realizzando l’impresa in 16 ore e 26 minuti e 1 secondo, centrando l’obiettivo finale quando era già buio pesto da tempo. Ha scalato per ben 49 volte la Cioca, la salita con i vari tornanti che dal fondovalle Rubicone porta a Sogliano capoluogo, conosciuta da tutti i ciclisti romagnoli. Significa che ha pedalato per un totale di 290,32 chilometri, affrontando 8.857 metri di dislivello. Dopo avere fatto in solitaria questo sforzo, è tornato tranquillamente a casa, applaudito dai familiari, a cui ha riferito: «Pensavo peggio. Dopo aver raggiunto l'obiettivo, sono ancora fresco ed ero pronto a fare altri chilometri se necessari. Ma stasera (sabato sera per chi legge, ndr) a Sogliano c’era uno spettacolo, con un certo via vai di persone, e cominciavo a dare troppo nell'occhio. Qualcuno avrà pensato: “Chi è quel matto che va su e più per la Cioca?”».
Orgoglio in famiglia e in squadra
Molto orgogliosi i compagni di squadra e la famiglia. Il padre Italo, detto “Pippo”, ha 74 anni e viaggia in bici ancora con un filo di gas; anche ieri è stato in giro per la Carpegna. Mattia Fagioli è invece una persona schiva e non aveva nemmeno detto nulla. Ma ora tutti i compagni di squadra, fieri della sua impresa, d’accordo con la famiglia, hanno deciso di rendere nota l’impresa a sua insaputa.